Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Ad oggi 17 morti, di cui uno in svezia e gli altri in germania, oltre 2000 contagiati e tutti nella zona intorno ad amburgo e/o provenienti da quelli zona. i cetrioli spagnoli non sono la causa. “mai si è visto un E. coli così virulento”. Anche gli Usa hanno un caso, non so se proveniente da germania. Con il consumo a km 0 tutto sarebbe stato più facile: hanno attacco di febbre con diarrea, vanno pronto soccorso, hanno mangiato verdura o frutti di mare al ristorante X, e si scopre che la contaminazione è: tutto rapido, semplice, anche se resta febbre e diarrea.
Qui no. Individuare dei cetrioli spagnoli come causa era di per se stesso sintomo di brancolare nel buio, comunque un non volere la colpa. Un livello sopra “diciamo comunque qualcosa” tre livello sotto “ma cosa diavolo succede?”. Alla faccia della serietà della sicurezza alimentare!
Acqua ed aria, rifiuti, metodi di riciclaggio e riutilizzazione.
Ma sentiremo purtroppo parlare di superutilizzo di antibiotici e quindi selezione di patogeni sempre più forti, e tireranno addosso alle deiezioni degli animali, utilizzate come concime organico, con i produttori di concimi inorganici ad un livello sotto “euforia” e due sopra “ma dove andiamo a mettere gli extra utili?”.
Se gli animali fossero portatori di questo patogeno sarebbero già defunti, sono la nostra barriera! L’aforisma di J. Monod “quello che vale per E. Coli vale per l’elefante”, è valevole anche al contrario: se vi sono uomini contagiati quanti milioni di animali sono morti? Il vegetale proprio barriera non è. Sopratutto il vegetale prodotto “altrove” e poi mano a mano (pulizia ad un livello sopra “nessun lavaggio dopo la toeletta” e due livelli sotto “meno male che c’era un pò di carta igienica”) diversamente manipolato e confezionato: brividi mi danno le insalate miste preparate da mani sconosciute.
Il patogeno per essere così patogeno per l’uomo dovrebbe, e non so assolutamente niente di microbiologia, essere di origne umana. La mia miss Marple immaginaria mi direbbe “quanti animali morti vi sono stati ad amburgo oppure in danimarca, dove vi sono molti più maiali che umani? e quanti uomini che governano gli animali sono da settimane sul water?”. In fatti quando c’era pericolo dell’influenza aviare i primi contagiati furono gli operatori degli allevamenti.
La specie patogena difficilmente fa il salto della specie. Allora? Direi che andrei a rivedere come diavolo vengono trattati i rifiuti ospedalieri e di comunità a possibile rischio. E se vicino alla discarica dei rifiuti ospedalieri non vi sia un deposito che lavora i vegetali.
La sicurezza alimentare è una cosa seria e, malgrado tutto, anche queste calamità portano tutti a riconoscerne l’importanza. Certamente anche ridurre la catena dalla produzione al consumo resta una delle misure preventive da considerare, proprio per la rapiditàè e la chiarezza nell’eventualità di un errore nel comportamento. Quello comunque di cercare un colpevole nei cetrioli spagnoli (o italiani) da parte del nord europa, è molto indicativo. La storia continua. Non sono cambiati proprio per niente. Unione?
La lunga conservazione e la mescolanza di vegetali proveniente da diversi territori porterà con sé l’apparizione di virus, batteri, insetti molti differenti da quelli a cui siamo abituati. Il vegetale è la culla naturale di queste forme di vita. Così come il consumare alimenti provenienti da animali nati ed allevati in altri territori non potrà che avere delle conseguenze sul nostro microbiota con l’apparizione di disturbi che definiremo strani, perché di difficilissima diagnosi e comprensione.
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