responsabilità dei giudici – referendum

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Non ho il dono della scrittura, il mio stile è troppo secco, non riesco a trasmettere “aggregazione” “credibilità”.

E’ martedì ed è il 14 ottobre del 1980. Ho 36 anni. Vengo arrestato con l’ordine di cattura n. 4365/80C. Anche mia moglie viene arrestata. Io sono a milano inuno stu dio professionale e vengo prelevato verso le 17. Mi preoccupo di cosa succederà alla mie figlie una di 14 e l’altra di 10 anni. In fretta e furia dico al professionista di chiamare mio padre a milano e portarlo a casa mia. Non capisco un acca di quanto mi viene contestato, in quanto assurdo. Mi si dice che sto occultando, in concorso con altri, della documentazione utile ai fini delle indagini. Vengo interrogato il venerdì 17 ottobre, dopo 3 giorni di assoluto silenzio e segregazione, in cui gli unici pensieri erano rivolti alle conseguenze nei confronti delle mie figlie. Come spiegare?

Chiarisco che la documentazione di cui parlo è stata già vista e rovistata dai militi (così vengono chiamati), e che non hanno dato loro alcuna importanza in quanto non avevano alcuna attinenza con l’indagine, quindi che occultamento?. Rifanno un controllo il sabato mattina 18, riscontrando la congruità con quanto da me dichiarato. Vengo a sapere il venerdì che la cattura (ordine di cattura) ha riguardato anche una impiegata, anche lei con un figlio di 10 anni.

Vengo liberato, e lo sono anche le altre persone, solo il lunedì 20 ottobre verso le 19 di sera.

Vengo a sapere che sono stato liberato per insufficienza di prove e NON ci sto. Non sapevo che anche in fase di istruttoria vi fosse un cammino giuridico. Chiedo che la procura della repubblica riveda quell’insufficienza di prove che non sopporto. La richiesta di revisione è del 19 dicembre 1984, ho sempre 36 anni.

La corte d’appello di milano, in sezione istruttoria il 4 febbraio del 1985 PQM “la sezione istruttoria, in accoglimento dell’appello proposto dichiara di non doversi procedere per non aver commesso il fatto.”.

L’allora PM ha fatto la sua onorata carriera ed ora è giudice in corte di appello.

Dei militari non se ne parla, ed è questo un capitolo che si deve considerare quando si parla dei pm, dei gip.

“se vuole può chiedere i danni, ma se vuol lavorare ancora è meglio di no” Questo è il consiglio del tecnico.

Sono andato con calma a riprendermi il tutto, in un cassetto del mio studio. Me lo sono riletto.

Al referendum sulla responsabilità del giudice che commette un reato (ordine di arresto per qualcuno che non ha commesso il fatto) voto per la responsabilità con l’80% di altri italiani. Poi un certo vassalli trova l’escamotage per annullare quanto deciso dal referendum. Adesso si ripropone, ma anche adesso NON si riuscirà a fare un bel niente. E di fronte ad un risultato del referendum l’anm e compagnia cantante alza il sopracciglio e parla anche. Il referendum viene calpestato, e anche questa richiesta, sacrosanta, verrà disattesa continuando l’anomalia tutta italiana.

Scrivo questo solamente per me. Annoto che il tutto è avvenuto con dispendio di risorse pagate dalle tasse.

So di non essere capace ad aggregare. So di non essere un politico.

Adesso mi faccio una presentazione in power point scannerizzando tutti i documenti e terrò una lezione di educazione civica ai miei 5 nipoti. E’ tutto. E’ lunedì. Certe ferite non si rimangiano mai.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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