Scricchiolii feb 2012
Che l’italia sia un paese occupato per quanto riguarda il 50% di carne e di latte è un fatto. La mia personale preoccupazione è anche rivolta al nostro sistema di implementazione delle direttive della UE, che come ognuno sa, sono recepite da ogni paese non nella stessa maniera. Qui mi riferisco al numero dato ad ogni operatore in funzione della attività svolta.
– fabbricante di additivi
– produttore/venditore/promotore di materie prime
– fabbricante di premiscele per alimenti
– rivendita/promozione e/o deposito di premiscele per alimenti
– produttore di alimenti per la vendita
– rivendita/promozione e/o deposito di alimenti per la vendita
– produttore di alimenti per autoconsumo
– utilizzatore di alimenti
Ogni sito (ove viene svolta una attività) ha avuto un numero specifico. All’interno del sistema sono possibili transazioni solo tra siti numerati. Ogni transazione e attività operativa deve essere dettagliatamente tracciata per poter essere rintracciata (determinato il percorso anche all’indietro) in caso di allerta e per assicurare l’ottenimento della sicurezza alimentare.
In italia abbiamo implementato il numero dei siti e li abbiamo pubblicati sul web. La massima trasparenza. Ogni sito ha avuto il proprio numero e NON vi sono numeri cumulativi. L’ottenimento del numero è subordinato al rispetto di alcuni obblighi, tra i quali:
– Regolamento 183: esistono procedure (strategie di controllo) volte a minimizzare il rischio per la salute umana correlato alla presenza di sostanze indesiderabili, farmaci e contaminanti (ambientali). Normalmente questo viene compreso nel documento chiamato Haccp che esamina tappa per tappa il processo operativo.
– D.vo 626: esistono le misure di prevenzione previste D.vo 626/94 (e successive modificazioni ed integrazioni).
– D.25/02: è stata effettuata la valutazione del rischio per la presenza di agenti chimici .
Ma quale è la mia preoccupazione? Il mio interesse è quello che gli allevamenti che ci sono restino anzi che aumentino. Non ho alcun interesse contrario. In questo sono partigiano, schierato.
Una specificità tutta italiana è la virulenza CONTRO l’insediamento degli allevamenti. Un po’ dappertutto mi giunge notizia che nei comuni, nei consigli di quartiere, non si perde occasione per esprimere il proprio dissenso: puzza, sporco, emissioni pericolose.
Da qui l’atteggiamento che personalmente richiedo: implementare in ogni sito le MISURE PREVENTIVE. Se quello che entra preventivamente NON consente una riduzione del rischio NON deve entrare.
La mia personale paura è che, a quanto mi confermano:
Haccp: < del 10% ha un documento appena serio
Valutazione del rischio per gli agenti chimici: < 1% ha svolto una seria valutazione.
Ecco che lo scricchiolio è dato dalla caduta su di una buccia di banana: “ma se non vi è la documentazione, come è stato possibile dare un numero per l’operatività.”.
Non è un elemento da sottovalutare.
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