opportunità per favorire la crescita
2024-12-23R&D, riserve per utili non distribuiti, visione critica e negativa del fisco che si è intascato gli utili e li vuole anche in anticipo, per poi avere un atteggiamento ostile.
Cari colleghi, mi sono imbattuto nel “caso” Goodyear in Francia ed ho seguito con un certo interesse la vicenda: la solita grande ditta in crisi, la decisione di ristrutturare e/o chiudere, la resistenza di coloro che vi lavorano. Essendo italiano di casi simili ne conosco diversi, data poi l’età che ho, la mia memoria ha impresso casi davvero esemplari: sulcis? alfa romeo?
Quello che mi ha colpito in questo caso è stata la risposta del ministro. Non voglio, adesso ed ora, commentare. Ho bisogno di lasciar sedimentare ciò che provo e sento. Lascio qui sotto i testi della lettera dell’imprenditore al ministro (dietro la sollecitazione del ministro all’imprenditore di risedersi al “tavolo delle trattative”) e la risposta del ministro.
Ho voluto andare a verificare anche (fonte Eurostat) il costo orario [2011] della UE, perchè anche questo dato mi serve nella mia personale rielaborazione. Non riesco a portarlo come allegato.
8/2/2013 lettera del ceo dell’impresa
Caro Signor Montebourg,
sono appena rientrato dagli USA dopo un viaggio d’affari di diverse settimane in Australia, vi chiedo pertanto di accettare le mie scuse per non aver risposto alla vostra lettera del 31/1/2013.
Comprendo ciò che pensate e il fatto che il vostro ministero protegga delle attività industriali e dei posti di lavoro in Francia. Io stesso e Titan abbiamo una storia lunga di 40 anni di acquisto di imprese in fallimento, che perdono milioni di dollari, per ristrutturare e farne delle attività redditive, che paghino dei buoni salari. Goodyear ha cercato durante 4 anni di salvare una parte dei posti di lavoro, fra i meglio pagati, ad Amiens, ma i sindacati non hanno fatto niente altro che discutere.
Ho visitato lo stabilimento più volte. I salariati francesi prendono dei salari elevati ma non lavorano che tre ore. Hanno un’ora per le loro pause e per il pranzo, discutono durante tre ore e lavorano tre ore. Io l’ho detto ai sindacalisti francesi. Mi hanno risposto che questo e come va in Francia.
Voi siete un uomo politico e non volete fare dei sogni. I cinesi consegnano dei pneumatici in Francia – nei fatti anche in tutta l’Europa – e voi non fate niente. Il governo cinese sovvenziona tutti i produttori di pneumatici. Tra cinque anni, Michelin non sarà più in grado di produrre pneumatici in Francia. La Francia perderà la sua attività industriale perché il suo governo esige più governo.
Signore, la vostra lettera segnala che voi volete che Titan inizi una discussione. Voi pensate che noi siamo così stupidi? Titan è colui che ha i soldi e la conoscenza per produrre dei pneumatici. Cosa ci sta a fare il sindacato? Ha il governo francese. Il contadino francese vuole dei pneumatici a buon mercato. Se ne frega di sapere se vengono dalla Cina o dall’India e se questi governi sovvenzionano i loro produttori. Ugualmente se ne frega Il vostro governo : “Noi siamo francesi”.
Il governo americano non vale molto più di quello francese. Titan ha dovuto pagare milioni ad avvocati di Washington per attaccare i produttori cinesi di pneumatici a ragione delle sovvenzioni ricevute. Titan andrà ad acquistare un fabbricante di pneumatici cinese o indiano, pagare meno di un euro di salario ed esportare tutti i pneumatici di cui la Francia ha bisogno. Voi potete tenervi i cosi detti operai. Titan non è interessata allo stabilimento di Amiens Nord.
Cordialità
Maurice M. Taylor
Risposta del Ministro
20/2/2013
Ministero del cambiamento produttivo
Signore,
Le vostre proposte così estremiste che insolenti testimoniano una ignoranza perfetta di cosa sia il nostro paese, la Francia, e delle sue solide opportunità, come della sua attrattività mondialmente riconosciuta e dei suoi legami con gli Stati Uniti.
La Francia è fiera di accogliere sul proprio territorio più di 20.000 imprese straniere che rappresentano circa due milioni di posti di lavoro, un terzo delle esportazioni industriali, il 20% della ricerca e dello sviluppo privato ed il 25% degli impieghi industriali. Ogni anno, sono 700 le decisioni di localizzare gli investimenti stranieri, creatori di impieghi e di valore, in Francia. E questa solida attrattività non diminuisce, al contrario di anno in anno si rafforza.
All’interno di questi investimenti stranieri, gli Stati Uniti occupano il primo posto. 4.200 filiali di imprese americane impiegano circa 500.000 persone. La presenza delle imprese americane in Francia è antica: Havilland dal 1842, IBM dal 1914, Coca Cola dal 1933, General Electiric dal 1974. E molte altre ancora. Questi legami sono di anno in anno rinnovati: nel 2012, alcune imprese fra le quali Massey-Ferguson, Mars Chocolat, o 3M hanno scelto di accrescere la loro presenza in Francia.
Quali sono i fattori decisivi di queste scelte di investimento? Le imprese straniere vengano a cercare in Francia delle infrastrutture di qualità, un quadro di vita apprezzato, una energia tra le più competitive d’Europa, così come un ambiente molto favorevole alla ricerca ed all’innovazione. Ma soprattutto, a distanza dai vostri propositi così ridicoli che irresponsabili, l’insieme delle imprese conosce ed apprezza la qualità e la produttività della mano d’opera francese, l’impegno, il saper fare, il talento e le competenze dei lavoratori francesi.
Per amplificare questa attrattività, il governo francese ha preso recentemente 35 misure nel quadro del Patto nazionale per la crescita, la competitività e l’impiego. Tra queste, il credito d’imposta per la competitività e l’impiego diminuisce del 6% il costi salariari delle imprese tra 1 e 2,5 salario minimo. Inoltre, i partners sociali hanno concluso un accordo sulla sicurezza dell’impiego, che illustra la qualità del dialogo sociale in Francia e l’importanza che il governo, al quale appartengo, vi dà.
Posso ricordarle che Titan, l’impresa che voi dirigete è 20 volte più piccola di Michelin, il nostro leader tecnologico francese a raggio internazionale, e 35 volte meno redditiva? Ciò per dire come Titan avrebbe potuto apprendere e guadagnare enormemente da un investimento francese.
La Francia è fiera e felice di accogliere gli investimenti americani dato che i nostri due paesi sono legati da una amicizia antica e viva. Sapete voi almeno ciò che ha fatto La Fayette per gli Stati Uniti? Per la nostra parte, noi Francesi, non dimenticheremo mai il sacrificio, di giovani soldati americani, sulle spiagge di Normandia per liberarci dal nazismo nel 1944. E dato che voi fate la scelta di criticare il vostro proprio paese nella lettera che mi indirizzate, io devo dirvi quale sia il livello di ammirazione del governo francese alla politica attuata dal Presidente Obama. Nella mia veste di ministro incaricato dell’industria, io sono particolarmente sensibile alle sue azioni in favore della ricollocazione degli impieghi industriali negli Stati Uniti e dell’innovazione radicale. La nostra politica attuale presente, tra l’altro, una certa parentela con quella ispirata dal vostro Presidente.
Voi evocate la vostra intenzione di utilizzare la mano d’opera di certi paesi per inondare i nostri mercati. Ho il dovere di indicarvi che questo calcolo condannabile e miope entrerà, presto o tardi, in rotta di collisione con la reazione giustificata degli Stati. Questo è il caso già della Francia con degli alleati sempre più numerosi dell’Unione Europea che richiedono la reciprocità degli scambi e si organizzano contro il dumping. In attesa siate sicuro di poter contare su di me per far sorvegliare dai servizi competenti del governo francese con uno zelo raddoppiato i vostri pneumatici di importazione. Essi guarderanno particolarmente al rispetto delle norme applicabili in materie sociale, ambientale e tecnico.
Vogliate gradire i miei saluti.
Arnaud Montebourg
Per il momento: poi magari il presidente Usa cambia. Hai visto mai?
Leave a comment