La riverenza

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Quando mi accosto ad una risorsa che rientra in un processo di previsione, ad una attività per la quale, oltre a fare il punto di posizionamento, si conversa per delineare possibili scenari, al fine di stabilire una possibile meta, oppure ad una attività per predisporre un razionale relativamente al rischio delle attività operative, l’atteggiamento che mi sale spontaneo è la riverenza. Si cari colleghi, la riverenza, e lo dico in questo cortile della biblioteca di Locarno. Parola antica ormai desueta, ma che ho imparato ad utilizzare. Prima di entrare nella valutazione è, per me, necessario ascoltare le ragioni dell’esistenza. Ora c’è perché c’è una storia, magari corta, minima, ma sempre storia. Il più delle volte la storia contiene i segnali del possibile futuro. In questo periodo l’atteggiamento della riverenza, non formale ma convinta, l’ho utilizzato nel definire alcuni bilanci di previsione al 31 dicembre 2015, ed anche un po’ più in là. Per alcuni siti zootecnici sono andato a verificare il numero dei lotti prodotti, almeno negli ultimi cinque anni, e a verificare il numero di non conformità. Pretendere che i verificatori di territorio abbiano riverenza è utopia. Se ne avessero si potrebbe collaborare nel quartile dell’empatia, ma non l’hanno neanche per il loro settore. Per il loro ruolo l’atteggiamento che pretendono è l’idolatria.

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ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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