cultura – le persone passano ma il settore resta.
2024-12-23La cultura del settore è importante.
Sento la vibrazione sul fondo, forse una attività tra le valli ad est di Locarno. Il caffè ti accarezza ed il rumore mi porta al ricorda dell’insetto lodigiano, la spuséta (con la e chiusa) e il ricordo va a Piero Coggiola. Diavolo di un Piero Coggiola! Di Bianzè, figlio di agricoltori. Aveva il mangimificio King’s Aliments e mi chiese di parteciparvi per un 20%. Era stato un agente ai tempi della Duphar – Philips. Poi credette bene di morire all’improvviso all’ospedale, credo per un infarto, era giovane rispetto al mio tempo di adesso. Era amico di Aglietto, un nome un mito, nella storia della pollicoltura piemontese. Aglietto era un fulmine di guerra, movimento, movimento, movimento, e nell’occasione dell’inaugurazione di un nuovo incubatoio con fasce tricolori, ministri e camauri, elicottero. Era il primo elicottero nella zootecnia italiana, a mia conoscenza.
Il secondo fu del Commendator Apollinare, grande, ma grande figura, che seppe assemblare una costruzione curandone i dettagli e nell’opera venne coadiuvato dai figli. Il Commendatore mi aveva impressionato per la semplicità e l’acutezza dell’analisi. Amava ripetere che negli anni 50 se si vedeva una donna che spennava un pollo davanti all’uscio di casa, o c’era un malato, di regola grave, oppure era morto il pollo. Lo vidi salire sull’elicottero per andare a giocare a bocce. Grande figura.
Piero Coggiola non aveva l’elicottero, e mi lasciò, morendo, l’eredità di un mangimificio che restò presto del tutto inoperoso. Ci vedevamo, lui vivente, una volta ogni due mesi. Mi portava ad un autogrill Motta (credo) vicino a Bordo d’Ale. Carne cruda cotta con il limone. Un giorno stavamo raggiungendo un tavolo quando davanti a me fece dei movimenti, come in una azione teatrale, per dare il passo, del tipo:
Ma no prego passi lei.
Ma invece passi lei
I movimenti furono tre o quattro, poi sembrò che il Piero si decidesse a passare e sbattè rumorosamente contro lo specchio nel quale si rifletteva e con il quale dialogava. Lo presi perché il colpo lo fece barcollare. Restò intontito per un cinque minuti e poi ridacchiò, alla sua maniera, tenendosi il mento e la parte inferiore della bocca con la mano sinistra, e mi raccontò la storia di un caprone che a casa sua, scorgendo la propria immagine nell’anta dell’armadio nella stanza dei suoi, diede una capocciata che frantumò l’anta oltre che lo specchio.
Di elicotteri ne vidi un altro ma era di un’altra galassia, non era più zootecnia ma chimica ed era in quel di Treviglio, ed era di Martino.
Leave a comment