tortura 02

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– ma come mai ti è successo quello che ti è successo?, e me lo diceva dopo aver curiosato nei motori.

– beh, non me lo ancora spiegare. E gli raccontai i fatti, la flagellazione, la corona di spine, la flagellazione e l’iscrizione, non su un cartoncino, ma su televideo. E gli raccontai della mia impossibilità di leggere quanto contenuto nel faldone. Della stizza quando l’assistente mi faceva rilevare i testi delle intercettazioni. E restavo allibito: ma come si può essere stupidi. Stupidi? No stupidi non basta. E gli ho raccontato di quanto sono stato interrogato e della totale impreparazione non solo del p(d)m, ma della spudoratezza di coloro che gli avevano fornito quelle stupide informazioni, sulla base delle quali lui aveva creduto di meritare gli onori dei media. Ed erano delle FALSIFICAZIONI, palesi ed infantili falsificazione. E che dovevano avere un perché erano state fatte.

– Figurati un pò che, questo p(d)m, esordì dicendomi che aveva anche da recriminare perché nello stesso giorno era morto un ciclista romagnolo e quindi lo spazio era stato preso da questo avvenimento. Questa frase mi diede forza. Gli feci notare non solo gli errori grossolani, ma il falso, il falso, il falso. E trovai la disperazione di chiedere che avrebbe avuto il dovere di chiedersi: ma perché il falso? cui prodest?

– Ma non mi dire.

– Ecco la sentenza dopo quattro anni che stabilisce i trenta danari quale beffa di restituzione.

E da lì partimmo sul ragionamento economico del danno. Ma mi chiedeva di approfondire il malessere mio. Mio? E della famiglia, no? e dei colleghi, no? E del danno economico delle attività, no? Due milioni per anno e per due anni di flessione. Oltre al resto.

E siamo venuti al suicidio del pediatra sessantacinquenne dal ponte in Genova. E della moglie che vede il marito gettarsi e spiaccicarsi al suolo, ed il coraggio venirle meno. E della strage del tribunale di milano. Due gesti disperati. Uno in una direzione e l’altro in un’altra, ma disperati. E se ti chiedi del perché della disperazione allora ti alzano il ditino.

La tortura è il cammino della disperazione.

Ma poi mi faceva male pensare e ricordare. Meglio un Julieta y Romeo e del liquido che stuzzica il palato sul lungolago di Locarno. Mi battè la mano sulla spalla. Non c’era niente da dire.

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ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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