l’apprendista stregone

l’apprendista stregone

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E ancora lui. Questa volta, mi viene detto a denti stretti, a fare l’alchimista con proteine batteriche, il che non mi dice molto data la mia abissale ignoranza sul piano tecnico. Mi è sufficiente il buon senso. Quando si tocca la filiera di produzione di derrate alimentari con il rischio di procurare un aumento dell’immagine negativa, mi irrito. Quando la filiera è relativa al suino mi irrito ancora di più perché si spara sulla croce rossa. Nella penisola il suino è da sempre nel mirino di potenze che operano alla James Bond al fine di poter sempre e comunque rifornire di almeno il 50% i fabbisogni e non permettere l’autoapprovvigionamento di una carne che storicamente è appartenuta alla penisola e che la stessa ha tutto per poter autoprodurre e per concimare naturalmente con meno concimi chimici comunque importati. I l Paese ha tutto ma i nemici sono presenti per non permettere di ottenere questo risultato. Quando poi i nemici riescono ad usare il topolino di turno che si mette a fare l’alchimista allora è davvero allarmante. E’ allarmante poiché vi è il rischio concreto che la dipendenza aumenti: che si passi dal 50% al 55% di importazioni. Non siamo mai stati capaci nel gestire le crisi, ma siamo dei campioni per allargarle. E, pare, che nel caso presente, si sia fatto proprio tutto, ma proprio tutto per farsi scoppiare la mina nelle mani. Maiali morti! Maiali peninsulari in allevamenti peninsulari e maiali morti. Maiali in allevamenti peninsulari e alimentati con alimenti prodotti nella penisola, e maiali morti. E il tutto per l’impiego di prodotti che l’alchimista ha usato e fatto usare. Ma pare che anche questa volta l’alchimista esca rinvigorito da questo disastro. Disastro poiché tutto ciò che ha anche la più piccola possibilità di gettare discredito sulle autoproduzioni è da maledire. Non ne so ancora a sufficienza ma il buon senso mi dice che chi gioca a fare l’alchimista prima o poi crea incidenti che neanche immagina. E sono sempre dell’idea che coloro che hanno la gestione dell’approvvigionamento di carne suina per la produzione di salumi usino quali marionette i topolini di turno, vuoi che siano dei topolini tecnici, oppure topolini che producono alimenti o che producono integratori che possono contenere materiale batterico. Giocare con batteri vivi è sempre pericoloso. Un batterio si può trasformare, modificare e mettersi a produrre tossine, vomitossina, enterotossina o neurotossine. E dietro sento la presenza di servizi contrari agli interessi di coloro che lavorano nella penisola in questo settore che da solo sarebbe un oceano. Oggi sento notizie su Indesit, e mi riportano all’inizio (anni 65-70) quando si barattò la zootecnia con il bianco (lavatrici, frigoriferi ed altro) e si era certi di essere dei Bill Gates ante litteram, e io che mi sforzavo di dire che la zootecnia era strategica (fame, cibo, sicurezza) mentre il bianco era un mestiere da poveri cristi; e mi arriva questa conferma dell’apprendista stregone.

E’ una giornata nera. Ancora una volta le forze del male hanno la meglio. Sia le forze dell’Anauto che impediscono di arrivare all’autoapprovvigionamento sia quelle dell’Autoclastia, che distruggono ciò che può portare all’autoapprovvigionamento. Un colpo micidiale ottenuto convincendo il topolino tecnico ad usare quello di cui non ne sa assolutamente niente, e la forza non si sporca le mani, non viene neanche toccata. Il topolino ha venduto delle premiscele contenenti proteine batteriche proibite da noi ma usate nel Catai. Ma tutti i signori universitari difenderanno, affossandolo, il tutto.

Giornata nera.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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