Ascona – Dalla nebbia dei ricordi, che voglio condividere con voi, rivedo il Signor Curti, ultimo A.D. della multinazionale Philips, al V° piano del palazzo in piazza IV Novembre. Sono lì per firmare l’accordo per la ripresa della società che avevo creato e che era stata comprata dalla P., accordo che prevedeva la messa in liquidazione dell’attività da eseguire da chi aveva, 10 anni prima, creata la stessa, la persona in questione ero io.

– Mi spiace che l’ultimo mio atto come A.D., dopo di me non ci saranno più AD italiani, sia per una liquidazione, per una cosa che finisce. Ma con 9000 operai della linea televisori, dobbiamo procedere in questo modo.

– Non è detto che finisca.

– Finisce per noi. Lei ha deciso di lasciare la grande madre, io vi ho fatto tutta la carriera, e lei si sente orgoglioso. Ma mi sento di dirle, e mi ascolti perché le voglio bene ed è da tempo che la seguo, che quando avrà 40 anni, spero che continui ad essere contento. A cinquanta avrà dei dubbi su quanto fatto, ed a sessanta, vedrà, che ne avrà vergogna, e dirà: ma come ho potuto fare questa scelta? Se fosse restato presso la grande madre, avrei avuto maggior successo.

Non dissi niente. I miei trent’anni e l’ammirazione che avevo per il mitico Signor C. non mi permetteva di rispondergli.

Per me continuava la chiamata, che avevo percepito e vissuto a 10 anni, ed aveva la stessa intensità, attrazione, obbligatorietà. Sentivo che era la professione, e per professione era chiara la missione di saper aggregare uno sparuto gruppetto e dimostrare insieme di saper vedere. Missione. Avevo visitato Grecia, Libano, Olanda, Belgio, Francia, Spagna. La mia missione era continuare ciò che avevo iniziato a quindici anni. Ed ho continuato sulla stessa scrivania, nello stesso ufficio, nello stesso settore, che per me, era ed è sempre oceano. Sono monotematico? In effetti è il gruppo, l’insieme delle risorse con le quali ho collaborato via via, nel trascorrere del tempo, nel percepire i cambiamenti, le circostanze, gli atteggiamenti ed i comportamenti.

Signor Curti non mi vergogno e non mi sono mai venuti dei dubbi. Ho continuato nella curva dell’esperienza ed ho svolto l’attività (baruf, calling, missione, vocazione) al mio meglio, certamente potevo magari ottenere di più ma sono contento di quello che, tutti insieme abbiamo realizzato, ottenuto, ognuno di noi si è migliorato.

Che abbia pace dovunque Lei sia.

ps: cosa dire alle giovani leve che mi guardano nella riserva e scalpitano? Continua preparazione, concentrazione, conoscenza, conoscenza, conoscenza e poi applicazione, e poi gioia della contemplazione, e dopo, ridacchiando, innovazione: si, possiamo fare meglio. Mica facile.