QUINTA COLONNA 02

QUINTA COLONNA 02

Nessun commento su QUINTA COLONNA 02

Mi hanno contattato nella riserva per dirmi se ero matto. Come si fa ad escluderlo? E poi, lo si chiede al diretto interessato? A parte tutto la mia pazzia sarebbe il sostenere che ci sia una quinta colonna che fa di tutto, ed anche di più, per mantenere sotto gioco un Paese che ha tutto per arrivare all’autoapprovvigionamento alimentare (compreso un gran quantità di risorse senza un posto, un ruolo ed una funzione), e non lo fa. Coloro che hanno interesse, e normalmente sono coloro che oggi approvvigionano (i colonizzatori), fanno di tutto, ed anche di più, affinché rimanga lo status quo oppure un movimento in senso peggiorativo (aumento delle importazioni). Su cosa mi baso? Su dei fatti:

  • occupazione sistematica e storica nel mondo associativo. L’obiettivo è rendere nulla la voce del territorio: procrastinando, non partecipando, partecipando e accodarsi a decisioni di qualsiasi altro paese colonizzatore. Quando vi sono segnali di pericolo (ad esempio, la decisione di diminuire drasticamente i siti per autoconsumo riconosciuti per la produzione di mangimi medicati) le associazioni … tranquillizzano, assicurano che niente verrà modificato perché ci sono loro ed il Ministero (qualunque esso sia) farà ciò che dicono loro. Le associazioni sono terreno di conquista delle multinazionali dei conquistadores e di risorse che escono dalle multinazionali poiché inviati nel mondo associativo. La partecipazione è serrata nel momento delle decisioni dove la visione deve essere ad almeno dieci anni.
  • Rigidità nella applicazione di direttive anche minime nel paese colonia, in cambio di uno spudorato non controllo nei paesi esportatori. Chi esporta è sempre nel quartile della quantità ed in questo quartile si tira diritto (tanta, tantissima carta, ma niente controlli effettivi perché si consuma altrove, l’importante è spedire): E: carne di cani selvaggi e ovini morti riciclata in mangimi; F: misto con carne di cavallo e di porco per prodotti alimentari; D: inquinamento e morte ma immediata colpa a verdure e cetrioli del sud, per poi scoprire che il tutto era proprio lì: insabbiamento. DBNL: riciclo olii industriali. Sistematico ordine di mobilitazione, dopo anche una minima crisi nel paese esportatore, per creare allarme da codice rosso nel settore della colonia. La colonia deve sentirsi sporca, facilona. Coloro che consumano nella colonia NON devono dare alcuna credibilità alle produzioni locali, basta un servizio televisivo od un lancio in un giornale.
  • La colonia è sempre nell’area della qualità e deve essere inerme nei confronti delle esportazioni le quali occupano la distribuzione grande e media e la ristorazione (in senso lato). Gli operatori del territorio della colonia sono sotto accerchiamento, il potere del territorio è pauroso e miope ed anche in presenza di allerte e/o prove NON si muove (tir piombati alla frontiera per mascherare le triangolazioni da lavoro sporco), in nome di regole tecniche e di rispetto per le strutture sanitarie dei paesi esportatori.
  • La colonia NON deve sentirsi colonia, anzi. Deve sentirsi la prima della classe, tenere alto il prestigio dei propri prodotti (anche se le materie prime di base sono tutte, ma proprio tutte importate). Ciò rende ancora più fragile l’operatività sul territorio della colonia, e più facile ancora l’operatività della quinta colonna che si muove per mantenere alto il prestigio dei prodotti made in I.

Per ogni accenno mi sono dilungato nei dettagli in passato e da pazzo, quale effettivamente sono, posso portare prove di quanto sostenuto. Anche se poi lo sguardo nella riserva diventa sempre più distaccato.

Mai dimenticare:

Burkina Faso: 274.200 km2 e 16.9 milioni di abitanti

Zambia: 752.614 km2 e 11,7 milioni di abitanti

I: 301.340 km2 e 8  milioni di suini (ma etichette di salumi per tutta la galassia)

NL 7494 km2 (75% sotto il livello del mare) e 12 milioni di suini.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

Related Posts

Leave a comment

Back to Top