DECONSUMO

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Ci incontriamo per toccare l’argomento dell’abbassamento dei consumi. Chiarendo fin da subito che non è la decrescita felice, che è un senso per la società. Per la società esiste la necessità della ricerca della crescita economica e della distribuzione. Personalmente sono contrario alla decrescita felice, che affronto dando il senso a qualsiasi attività operativa. Il senso ha come perno l’aumento della conoscenza e l’applicazione pratica della stesse per ritrovare l’incremento continuo della conoscenza. Il senso non contempla la decrescita felice, contempla il ridimensionamento di entità che non sono più sensate per il periodo attuale, sempre in evoluzione. La decrescita felice ha dei paladini in coloro che applicano delle attività operative che non hanno molto senso per il miglioramento della società, di coloro che ne fanno parte. Ma questo tema lo affronteremo un’altra volta anche se è di importanza vitale. Particolarmente in questo periodo in cui si sta elaborando le attività ed il loro risultato nel 2025 e con uno sguardo almeno a 3 – 5 anni.

Deconsumo, deconsumismo, diminuzione dei consumi.

Registriamo un po’ dappertutto l’osservazione che i consumi hanno innestato la marcia indietro. Quali sono le ragioni per noi?

Ambro: Direi che uno dei punti che influiscono nella diminuzione dei consumo è l’invecchiamento della popolazione. Cito la fonte INSEE: a) gli individui anziani hanno già i loro equipaggiamenti le loro attrezzature e quindi non hanno la necessità di comprarne delle nuove. b) I bisogni fisiologici e sociali del quartile anziano (più di 65/70 anni) diminuiscono. c) il fabbisogno calorico diminuisce: gli over 65 consumano il 21% meno della media dei consumatori. E questa fascia di età è in crescita come numero.

Simo: Giusta osservazione, sono d’accordo. Ma aggiungo anche la saturazione dei bisogni materiali. A) più di 9 famiglie su 10 possiede una lavastoviglie, più di un televisore, frigorifero e congelatore, telefono portatile e computer. B) gli acquisti aumentano solo se: b1 vi è crescita demografica, e questa stenta; b2 crescita del numero di famiglie e questo è un punto dolente; b3 la multifunzione dei diversi apparecchi e la loro interconnessione, con l’avanzamento della domotica. C) un altro punto che influisce nella diminuzione dei consumi è la ricerca di riutilizzo degli apparecchi acquistati, oppure il riciclo. Ma ci sono sempre meno specialisti capaci di riparazione. Si preferisce dire: ha già dato quanto poteva, è ora di sostituirlo.

Fla: concordo con le due osservazioni e aggiungo: La diminuzione dei consumi riguarda anche la diminuzione del potere di acquisto dei salari e delle pensioni, dall’aumento delle spese fisse prioritarie (affitto, mutui, utenze per acqua energia, telecomunicazioni) che sono aumentate in 60 anni del doppio.

Un ultimo punto è la scelta della società nei confronti della sobrietà, data la maggior consapevolezza della sostenibilità, dell’importanza della sicurezza dei lavoratori (pesticidi, perturbatori endocrini). La sobrietà dà più importanza al senso alla nostra scelta: “Ma ho davvero la necessità? Non posso farne a meno? Posso rinviare la decisione?”.

Sempre citando INSEE 8 persone su 10 sono d’accordo che l’idea della società dei consumi sia una cosa cattiva e che ci sia troppo spreco.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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