Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Nel 1978 quando andammo nel mese di agosto, per un mese, venimmo stregati. Quello che mi legò fu la selvatichezza e la forte identità dell’isola: colline dolci, strade polverose, natura calma e con una forte presenza. Dolce, morbida. Ritornai ogni anno, era il mio luogo di naufragio. Formentera era un’isolotto con un traghetto al mattino e ritorno alla sera. I 4 km li percorrevi a piedi, in bici, o con motorino. Ma Formentera non aveva l’identità ed il fascino di Ibiza.
Poi il tempo passò e venne l’isteria del ballo e dello sballo rumoroso. Lo sballo c’era da sempre, ma non era rumoroso. Ma l’identità di Ibiza era più forte delle orde che venivano di fretta, in gruppi, ed occupavano si e no due km quadri di isola. Lì dentro era il bar di Star Wars. Nel resto resisteva l’identità.
Ora è cambiata identità non più dell’isola. Il sopravvento è l’identità dell’attività. Quindi, in pratica, è la tangenziale nord. L’attività si caratterizza per voler mettere a proprio agio il turista. Non è più naufragio. E’ vivere in mezzo a gente giovane e tutte con voglia di apparire, con ogni mezzo e con ogni volo di fantasia. Divertente.
Ibiza, per me, non è più un luogo di naufragio, forse anche perchè non ho più la necessità di naufragare. E’ un luogo piacevole, senza stagione, circondato da umani anche strani ma alla fine con voglia di far passare il tempo.
L’isola mi ha parlato e mi dice: “Anch’io aspetto. Speriamo che me la cavo.”. Ho raccontato al Lago di Lugano della mia momentanea assenza.
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