Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Sulla terrazza guardando cigni ed anatre e sullo sfondo qualche barca: il Lago di Lugano è una tisana. Che il luogo dove vivi, la tua casa, debba essere confortevole è evidente. Ma quanto la casa dove vivi è il luogo nel quale ritrovi te stesso, il senso di esserci, la serenità nella tua mente è un’altra cosa. Io non ero così. Non avevo la convinzione dei una casa. Il mio animo era da Ulisse, da errante. Poi qualcosa cambiò. Avevo 34 anni e decisi che avrei dovuto acquistare una casa perché non ricordavo il volto di mia figlia Samantha che era su un autombulanza con un trauma cranico ed il la seguivo con la mia auto, essendomi fermato per un incidente ed avendo trovato mia figlia insanguinata e grave. La portarono a Milano e mi dissero: debbono passare 48 ore, se ce la fa, prima il trauma cranico e poi la rottura del femore. Ma mentre inseguivo l’autoambulanza non ricordavo il viso di Samantha. La casa è il contenitore. E decisi di acquistare una casa, con i mezzi che avevo a disposizione. Da allora la casa è il luogo in cui ritrovo me stesso, il percorso fatto, i mobili, gli ambienti, le librerie (fatte da mio padre), gli appunti, le attività routinarie (sauna, lettura, poltrona, camini, ricette, giardino [le piante, i cespugli, Kawamura], mobili, quadretti, stampe, disegni, odori, profumi, tappeti, dettagli, altro). Il risvolto che ha un sentore di negatività è che perdono di interesse gli altri luoghi, l’andare a ricercare atmosfere esotiche: dopo due tre giorni di manca il ritrovare te stesso con tutto il tuo bagaglio, la tua serie di scartoffie (quaderni di scuola delle figlie, libri di scuola delle elementari, delle medie, del liceo, dell’università, appunti dei vari periodi e commenti attuali nella rilettura. Sono stato in diverse località, anche piene di fascino e di storia, ma sempre ho avuto la spinta al ritorno ad Itaca, a quel letto costruito sull’albero. In altre case, anche se poco frequentate, ho dei fili che mi ricordano la base. Fili fatti da fotografie, libri, mobili riciclati, indumenti storici. Senza questi non troverei il senso.
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