PROPOSTA ECONOMICA

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Le giornate si fanno primaverili ed il Lago di Lugano fa compagnia. E’ di questo periodo, forse in vista di prossime elezioni, la scelta di annunci sulla revisione di aspetti economici. Le decisioni sulla casa green e soprattutto quelle sulla riorganizzazione degli allevamenti per la transizione ecologica sembrano i colpi di coda affannosi e caotici di una visione maniacale e ossessiva del green, senza rendersi conto che ogni transizione necessita di tempo, molto tempo, e di una libertà nelle scelte al fine di permettere l’innovazione. Questo è un punto importante. L’innovazione tecnologica rappresenta l’evoluzione, risorse impegnate nel continuo miglioramento: cambiamento, riduzione, modifica, aggiunta, ed un percorso verso il progresso, adattando l’ambiente ed il macro ambiente nel suo complesso. Non ha senso l’indicare, ma è l’autoritarismo maniacale, una data e delle cifre: 300 maiali e 300 polli altrimenti si è una industria, con gli obblighi da attuare (impatto ambiente, certificazioni, fiscalità) e quindi è meglio lasciare. Non si modifica la scelta del consumatore il quale potrà sempre trovare ciò che richiede proveniente da territori ed ambienti che non hanno l’autoritarismo maniacale. E il macro ambiente viene migliorato oppure si distrugge un saper fare e saper mantenere senza rendersi conto che si distorce l’attività e la libera decisione di fare impresa? In questi giorni ho avuto la possibilità di incontrare dei giovani imprenditori che vedono il loro futuro nella conduzione di aziende agro zootecniche e con prospettive, non nascondendosi le difficoltà ma con il sacro fuoco di coler fare imprenditoria di se stessi, cambiando ciò che hanno realizzato i loro genitori e osando: magari sbattendo la testa e facendosi del male. Parlando ed ascoltandoli e poi leggendo le disposizioni maniacali è evidente che siamo alla nave Peppa “a prua combattevano ed a poppa non lo sapevano”.

Le due proposte economiche.

In primo luogo il riconoscimento che le attività R&D sono un investimento sociale, che va al di là dei confini di una azienda. Il credito d’imposta è la misura di agevolazione fiscale per il riconoscimento che questo investimento interessa tutta la comunità e non solo l’impresa. Il contributo è stato inizialmente, almeno in Francia, del 50% delle spese. Assestandosi, da qualche anno, sul 30% in diversi paesi europei. Il credito d’imposta per le attività R&D è la misura che indica quanta importanza da una amministrazione nazionale all’investimento sul futuro della sua comunità. Non riconoscere l’utilità delle attività R&D e non concedendo un riconoscimento a coloro che investono in queste attività, di incerto risultato, porta con sè un richiudersi sul conosciuto, su quanto si è fatto, sul non progresso.

Il secondo punto riguarda gli utili non ripartiti e che restano in azienda per il consolidamento. Se il sistema bancario esige un interesse perché non riconoscere un interesse anche alle cifre che i soci lasciano nell’azienda per il consolidamento? Ma vi è di più. Per il consolidamento sarebbe opportuno dare la possibilità di trasformare gli utili posti in riserva in capitale sociale, pagando una tassa secca del 3%. La comunità incassa il 3% da utilizzare per iniziative di nuove aziende per le nuove generazioni, l’obbligo di trasformare la riserva in capitale sociale rende partecipe tutta la comunità nel riconoscimento che il consolidamento di qualsiasi attività imprenditoriale è patrimonio di tutti, ogni attività imprenditoriale ha dei risvolti sociali. Gli utili non ripartiti possono sempre essere ripartiti, magari da nuovi entranti, trasferendoli a capitale sociale si dà un riconoscimento e si ottiene il consolidamento della attività imprenditoriale

Sono due punti già trattati in alcuni post, se non vado errato. Ma restano sempre di attualità: la loro applicazione è agevole e darebbe una compartecipazione della comunità alle attività economiche. Al blocco della visione maniacale si può rispondere con un vento di compartecipazione dando importanza alla condivisione della importanza sociale delle attività imprenditoriali.

 

 

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ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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