cultura – le persone passano ma il settore resta.
2024-12-23La cultura del settore è importante.
Che sull’inquinamento ci si debba mettere a riflettere e lavorare per ridurlo non ho nessun dubbio. Sono d’accordo e so che esperienza personale che, un problema messo sul tavolo con intorno degli attori dei differenti aspetti delle attività inquinanti, sempre si condividono delle azioni immediate per la riduzione, mai ho constatato l’inutilità dei rimedi e alzare bandiera bianca. Ma sugli allevamenti e sull’attività agricola in generale non mi aspettavo che questo ritornello ritornasse.
Due anni di Covid hanno bloccato una gran parte delle attività industriali e terziarie, hanno azzerato per un lungo periodo la circolazione di autoveicoli, hanno lasciato a terra gli aerei, ed altro ancora. L’attività agricolo zootecnica invece ha potuto essere esercitata come sempre senza alcuna limitazione perché considerata essenziale e strategica.
Così per una epidemia incontrollabile si è avuta la possibilità di rendersi conto di quanto fosse cambiato l’inquinamento. Cieli così tersi, aria così benefica, non si era più vista. Eppure le attività agricole operavano, gli allevamenti di animali da reddito erano aperti e continuavano, come al solito, le proprie attività. Mancavano gli autoveicoli, gli aerei, le attività venivano esercitate da casa o non muovendosi. Ma l’attività agricola e zootecnica era presente e si sentiva che l’aria era diversa, che il rumore era diminuito, che il cielo erano trasparente.
E mi dite ancora, dopo un pò di tempo, che il cambio climatico è anche colpa delle emissioni dei bovini e di altri animali da reddito.
Sono sul terrazzo a Melide, davanti al lago, e vi riporto con la mente al tempo del Covid. Come potete sostenere ancora un tale teorema? Avete avuto la prova provata. Se continuate su questo ritornello mi fate pensare a valigette bruxellesi che coprono interessi. E questa è vera puzza.
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