Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Il sole, anche se la temperatura è bassa, permette gli incontri in Piazza Grande a Locarno. Oggi sono uscito con l’espressione “utile idiota”, discorrendo sulla modifica dei comportamenti in base all’evoluzione della conoscenza. Ma chi ha inventato questa espressione? La dobbiamo a Lenin che definiva così gli intellettuali occidentali filocomunisti che, ingenuamente, sostenevano, con convinzione, che la rivoluzione bolscevica e la dittatura del proletariato veniva spiegata come conseguimento degli ideali socialisti.
Proprio da Lenin. La definizione di utile idiota è differente dalla definizione di “stupido”, trattata in modo esauriente da Carlo Maria Cipolla nel tratterello proprio su questo tema: come riconoscere lo stupido e come difendersi, cosa peraltro difficilissima. Il trattato del Prof. Cipolla, ottenibile anche sul web, è stato un mio personale regalo di fine anno inviato, alcuni anni fa, ad una ristretta cerchia di amici. La pubblicazione regalata fu il libretto de Il Mulino che aveva per titolo “Allegro ma non troppo” ed era il 1988. Personalmente ritengo che lo stupido lavori in proprio mentre l’utile idiota lavora per l’ottenimento dell’obiettivo di un altro. L’utile idiota normalmente opera con altri, deve costituire una massa, anche se minoritaria, ma che continua la propria attività.
L’attività dell’utile idiota è trasversale per molti settori. Gli esempi sono tanti e l’utilità dello stupido idiota viene utilizzata sempre più frequentemente. Rientrano in questa categoria dei gruppi che portano avanti delle opinioni, delle richieste che influenzano delle decisioni. Decisioni che una volta prese cambiano e di molto i comportamenti e gli atteggiamenti della massa. Rientrano in questa categoria, ad esempio, numerose ONG.
Vogliamo approfondire questa mia affermazione? Oltre all’aspetto specifico del settore relativo alla sicurezza alimentare, che resta sempre il mio personale zoccolo duro, possiamo esaminare l’influenza in altri settori del sociale?
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