Riflessioni su sviluppo compatibile

Riflessioni su sviluppo compatibile

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Stiamo vivendo una frattura che sentiamo anche grazie alla limitazione dei movimenti e alle riflessioni che anche la pandemia Covid19 ha imposto ai nostri atteggiamenti e comportamenti. Lo sviluppo compatibile resta, per quanto mi riguarda, un impegno che deve darmi la forza necessaria per continuamente attuare un percorso virtuoso. Abbiamo commentato in Piazza Grande alcune riflessioni di Brice Lalonde e, personalmente sono d’accordo nel riassumere i tre aspetti che stanno alla base del processo riflessivo.

In primo luogo la scienza. L’approccio allo sviluppo sostenibile necessita di numerosi saperi. L’importanza è che siano in relazione sempre più stretta. Da una parte abbiamo gli scienziati che “sanno sempre di più in un ambito che si restringe continuamente” (la superspecializzazione), mentre il percorso migliorativo nello sviluppo compatibile richiede la relazione: è necessario essere persuasi che la salute degli umani è interdipendente con quella degli altri essere viventi e della natura: One Healt. Venendo ignorato questo approccio globale delle sfide ecologiche, gli specialisti si accontentano troppo spesso di risposte tecniche parziali che il più delle volte risultano maggiormente nocive del problema che si intende risolvere. Non dimentichiamo mai che la scienza è confutabile.

Il secondo aspetto è morale, vi è un imperativo etico. Il mondo greco romano si preoccupava del pericolo rappresentato dalle attività dell’uomo che rischiava di trasformare “l’età dell’oro nell’età del bronzo”. Così anche la filosofia e l’etica cristiana considerava l’uomo come il custode della natura. Negli ultimi 50 anni vi sono state due influenze, in particolare in Europa. Da una parte, cito sempre Lalonde, l’imperativo morale della conservazione e della trasmissione “lasciamo un pianeta vivibile per nostri figli”, dall’altra l’influenza militare che ha mischiato diverse minoranze rumorose LGBT, GPA (gestazione per altri), la video sorveglianza quale controllo, la scrittura inclusiva, la depenalizzazione della cannabis, il comunitarismo.

E viviamo il decadimento della presunta supremazia della visione europea, scalzata dalle nuove economie, Cina, ma non solo, e l’islamismo. Da qui l’obbligo urgente di convincerci al cambiamento dei nostri atteggiamenti e comportamenti: sentire ed essere coerenti con un obbligo morale forte, con la ricerca di una maggior giustizia sociale e con il consumo consapevole. Andiamo a riscoprire la forza ed il senso dell’epicurismo.

Il terzo aspetto è la considerazione che vi è un movimento che non si rivolge solamento al potere di acquisto, ma è interessato a tutto ciò che permette di essere liberi, di agire, di avere il proprio ruolo nella comunità, di vivere meglio la salute, l’abitazione, il tempo disponibile, la prossimità del luogo di lavoro e del tempo libero, di avere l’accesso alla natura.

Fino agli anni 60 dominavano due tendenze: conservatrice e comunista: con l’obiettivo della produzione massiva ed il concetto nazionalista; liberale e socialista: con l’obiettivo del liberalismo e dell’apertura del e al mondo. Poi venne il 1968. Poi vennero i satelliti che ci mostrarono come è piccolo davvero il nostro pianeta.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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