nullo die sine linea
2025-02-24scrivere e leggere sono legate alla riflessione profonda. diversamente dovremmo trovare altri verbi. Balbettare, mormorare, altro
Non so se siano state le dimissioni di Zingaretti, oppure il nuovo impegno di Letta, sta di fatto che anche a Locarno, in questa inattività forzosa da Covid, la conversazione si è indirizzata sulla sinistra e su come riconoscere uno di sinistra, e più precisamente un comunista. Premetto che non c’è assolutamente niente di male ad essere di sinistra o comunisti. Se non ricordo male fu Clemanceau che disse: chi non è socialista a 20 anni è senza cuore, chi lo è a 40 è senza testa. Come mia abitudine mi servo di un ricordo anche in questa conversazione tra amici.
Erano i primi anni 70, domenica mattino a Bratto, ai piedi della Presolana, piccolo paese in cui avevamo affittato un alloggio per passare il fine settimana. Abitavo allora a Milano in Corso Indipendenza, ed al venerdì sera doveva emigrare dal caos cittadino. Ci venne a trovare mio cugino da Lodi Vecchio.
-Che c’è di nuovo? Come al solito quasi niente. Solo che sono diventato comunista. Sono andato anche a Mosca e sono attivo nella vita di partito.
-Tu comunista? Ma non facevi parte del Fronte della Gioventù? Cosa è successo? Sei stato folgorato come San Paolo sulla via di Damasco?
Anche mio padre e mio fratello erano interessati e curiosi in merito a questa conversione.
-E’ semplice. La più bella ragazza di Lodi Vecchio era comunista e mi ha detto che non me la dava se non diventavo anch’io comunista.
-Beh, allora hai fatto bene.
Su questa decisione l’accordo maschilista era unanime. Mio cugino aveva fatto bene.
Mio padre era comunista perché aveva fatto la campagna di Russia nel 90° fanteria ed era ritornato comunista. Aveva la bottega di artigiano falegname in Corso Ticinese, vicino alle colonne di S. Lorenzo. Era comunista anche se per lui l’IVA era chiaramente una cantante. Ma questa era una caratteristica che sottolineavo senza rendermi conto che mio padre era un precursore. Mio fratello studiava al Berchet: barba ed eskimo. Per lui essere comunista era come essere fascisti, lui era già oltre. Quindi in quella domenica colsero l’occasione per prendermi in giro: come piccolo imprenditore per loro ero da eliminare, e tutti e tre erano d’accordo sull’eliminazione anche fisica.
-Sentite, facciamo un esempio: C’è un tizio che ha un’idea con la quale pensa di ricavare un utile. Per mettere in atto la sua idea ha bisogno di 10 milioni di lire ed una segretaria per fare almeno 10 fatture all’anno. Trova un tizio che ha i 10 milioni in una banca che gli dà l’interesse del 10%. Convince il tizio con i soldi a darglieli, diventando socio al 50% e assume la segretaria. Alla fine dell’anno l’attività rende 10 milioni. Come li suddividete?
Mio cugino fu il più svelto.
-Semplice, si divide il guadagno per tre.
Mio padre lo guardò di brutto.
-Ma cosa dici? La segretaria deve stare con in ginocchio con il culo all’aria (lui parlava in dialetto lodigiano e la frase ha un fascino diverso detta in dialetto “Geneugi in tera e cu all’ari”), niente distribuzione per tre.
La discussione quindi fu tra mio padre e mio cugino. Io li guardavo divertito. Mio fratello se ne stava zitto, quasi assente, ogni tanto passava la mano sulla barba.
-E tu Mau? Perché non dici niente?
Continuava a starsene zitto. Poi fece la sua osservazione:
-Ma come faceva quel tizio ad avere i 10 milioni in banca?
Ecco il vero comunista. Se non ci fossero stati i 10 milioni il problema non sarebbe esistito. Non era l’attività in questione e vi era una differenza tra i tre militanti di sinistra: uno per convenienza derimente (mio cugino), uno per credenza di gioventù (mio padre), ed uno per vera convinzione profonda (fede nella propria credenza).
Il mio racconto lo ritrovo nella situazione attuale e l’ho riportato nella discussione amichevole di Locarno. Nelle divisioni ancora attuali, nelle discussioni sui principi teorici. L’economia e la vita sociale non sono teoria ma pratica. E la distribuzione di quanto si ricava rimane sempre importante, senza mai dimenticare che l’attività deve essere mantenuta proprio perché deve permettere la convivenza sociale.
-Ci prendiamo un aperitivo? Anche se ritrovano un accordo questo non durerà molto, Letta o non Letta. Questo è quello che penso.
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