Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
In Ascona assaporando dei punch sul lungolago con le coperte sulle ginocchia. E’ stata dura, è dura e sarà dura. Questo periodo ha sconvolto le certezze che avevamo la fiducia di controllare. Sono bastati pochi mesi e ci siamo accorti che era ed è un castello di carta. La chiusura di alcune attività, non proprio tutte, ha messo a nudo la fragilità di un sistema globale che sembrava onnivoro. Il timore, se non la paura, ha influito sulla tenuta di tutti i mercati, ed all’interno dei mercati sulla tenuta delle attività operative, ed all’interno delle attività operative la tenuta mentale, il senso dell’appartenenza, il senso tout court, perché ci sono? Enei luoghi sempre più limitati: perché ci sto?
E’ bastato poco ma si è reso necessario quello che non ci si aspettava. Le falle erano numerose. Ed è stato necessario da parte delle varie istituzioni, internazionali (ONU, FMI, ad esempio), pluriterritoriali (BCE), territoriali (FED, ognuna delle Banche Centrali con libertà di manovra) di pompare liquidità il sistema, cifre al limite dell’immaginazione. Dapprima quello bancario finanziando la massa abnorme di crediti deteriorati e poi di stampare, stampare, stampare carta moneta per mettere dei sacchi di carta alle finestre. Ma quante finestre!
E sono risultati evidenti le crepe del sistema globale. La carta stampata è stata in vario modo succhiata, svaporata in diversi modi, tutti per fronteggiare una emergenza che non si capiva bene cosa fosse, si turavano le falle ma la chiglia c’era?
Questo periodo l’ho chiamato Coronavirus Time. Un invisibile pseudo organismo che in un tempo minimo (due/tre mesi) è stato ed è in grado di sconvolgere l’ordine mondiale, continentale, nazionale, familiare, personale. Nell’emergenza sono emerse le figure dei diversi dittatori dello stato libero di bananas. E’ emerso come la scienza non è una scienza esatta. Ogni opinione, se non totalmente difforme, è sempre e comunque divergente e tale divergenza obbliga a delle direzioni del tutto diverse.
Nel frattempo mi sono occupato delle attività che conosco, di riflessioni che mi hanno confermato che l’agroalimentare è fondamentale, che la produzione del territorio è aggregante ed ha un senso, che il territorio è un bene comune strettamente legato alla storia del nostro proprio DNA. Ho potuto riflettere e verificare come davvero il microbiota di ognuno di noi comunica con l’ambiente ed il tutto, ma proprio tutto, sia interconnesso. Solo noi vaghiamo ed ostacoliamo questa comunicazione, che comunque c’è.
Durante il periodo ho anche letto oltre che riflettere. Ed ho anche continuato a pregare.
Quali letture? Non sono solito tenere un diario in quanto seguo, nelle mie letture, il filo rosso delle riflessioni. Leggo e rileggo andando ai 4.000 volumi che costituiscono la mia libreria, alle riviste (Civiltà Cattolica, Futuribles, Commentaires, Harward Business, ad esempio). Ho ripreso la rilettura di alcuni numeri di FMR. Tra i libri letti mi ricordo, al momento: Bill Granger Inferno di Ghiaccio (November Man), William Bradwik La sesta lamentazione (storia collaterale del periodo nazista), Woody Allen A proposito di niente, Vincent de Swarte Il Re di Atlantide (faro), Nelson De Mille Parola d’onore (Vietnam), Vilfredo Pareto Trattato di Sociologia Generale, Karl R. Popper Tutta la vita è risolvere problemi. Ellul sulla Tecnologia, Ugo Vanni L’Apocalisse di San Giovanni, J.R.R. Tolkien Il signore degli Anelli (per la sesta lettura), Stephen King Il miglio verde (il topo), J. Le Carrè La casa Russia. Questi ultimi perché volevo approfondire lo sforzo della sceneggiatura (sono stato influenzato da una giovane ragazza che si sta laureando in sceneggiatura) nel portare sullo schermo quanto descritto nel libro. Ed in effetti le differenze ci sono e sono profonde.
Ho tradotto per il mio personale dono di fine anno: Maurice Allais Della crisi del libero scambio, in quanto concordavo sin dal 1998 quanto scritto e divulgato dal Premio Nobel di Economia. Ho elaborato la Sindrome del Generico e la Contemplazione della Gioia, postandoli sul blog Shoshone.
Il Coronavirus Time ci accompagnerà anche per buona parte del prossimo futuro, 2021 compreso, influenzando i nostri comportamenti e mi auguro il senso dell’esserci.
In questo periodo è continuato l’ingrasso della parte burocratica mondiale, e questo è una danno che appesantisce dei bagagli già pesanti. Vi sono distinzioni tra le diverse burocrazie? Poche, ognuna è sul mantenimento del potere. Sono come il Covid o come i batteri patogeni che crescono, crescono, crescono, ed ognuno di loro, macinando acqua, succhia risorse, non produce benefici, intralcia quanto più può le attività operative non burocratiche, perpetua il dominio della burocrazia, della burodittatura mondiale, universale, cosmica. Dio è il Primo Burocrate? Hai visto mai!
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