Smart working

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Ad Ascona in una giornata davvero bella.

Sto incontrando diverse risorse, che svolgono le loro attività in diversi campi, che si sono abituate allo smart working, al lavoro da casa. Tale sistema è stato obbligatoriamente accelerato, anzi comandato, dalla pandemia di Covd19. E’ stato reso obbligatorio senza una preparazione specifica, si è utilizzato il fai da te. Oltre ad un pc il sistema utilizzato è stato il telefono ed in particolare wapp, con la possibilità di vedersi. Il vedersi, il sentirsi è risultato importante. Quasi tutti mi hanno confermato che è una esperienza comunque positiva e che vorrebbero anche nel futuro effettuare le loro attività, almeno per il 70%, da casa.

Sto approfondendo l’argomento e facendo dei scenari sul medio termine. E’ necessario fare una riflessione ed una formazione adeguata. La mia personale opinione è che venga a perdere di efficacia il contatto tra l’IN e l’OUT delle proprie attività operative, provocando una possibile frattura nel percorso produttivo della catena del valore. Lo smart working ti concentra ancora di più sulle attività operative (ATTOP). Quando si discute della catena del valore resta sempre una perplessità tra i link della stessa: IN + ATTOP + OUT + MARK + SERV.

Lo svolgimento del MARK è anche relativo al mettere in risalto i PLUS o i MUST inseriti nelle proprie ATTOP e destinate all’OUT. All’OUT è molto importante illustrare quanto sforzo vi sia nei dettagli che sono contenuto nelle ATTOP, e quindi tenere in conto l’opinione, non momentanea, ma professionale dell’OUT. Quante volte è successo che quanto ritenevamo importante noi delle nostre ATTOP, non veniva apprezzato sufficientemente o per niente dall’OUT? Tante volte.

Lo svolgimento del SERV è invece approfondire l’OUT e cercare cosa sia possibile imparare dalle ATTOP dell’OUT per ritornare a migliorare le proprie ATTOP.

Nel MARK promuovo quanto io ritengo PLUS, o quanto ritengo personale ed importante.

Nel SERV acquisto quanto è importante, anche se non lo sa, per l’OUT, scopro l’esigenza dell’OUT, anche se non esplicitata.

Quanto converso su questi argomenti noto delle perplessità. Continuo a dare importanza all’approfondimento della catena del valore, e quindi sono preoccupato che lo smart working renda ancora più difficile i link fra tutte le tappe. Qualora le ATTOP sono e restano l’unica azione professionale allora lo smart working potrebbe prendere il largo, essere effettuato un po’ dovunque nel globo per ragioni economiche o forse anche per ragioni relative alla produttività: start up specifiche relative allo smart working potrebbero offrire le ATTOP a minor costo ma anche con un valore aggiunto maggiore. E’ un po’ la storia degli studi di avvocati rispetto al singolo, ai gruppi tecnici di Tecnici (Veterinari, nutrizionisti, specialisti per specie, rivenditori, strumentisti) rispetto all’unico Tecnico che opera in proprio.

Se poi una attività viene svolta a livello globale sono possibili ulteriori scenari legati all’attività 24 ore su 24, con postazioni di smart worgking dislocate in funzione dei meridiani, oppure una gestione di un contatto per info tecniche gestito da un insieme di risorse collegate tra loro.

Resta il fatto del riposizionamento della catena del valore che deve essere rivista ed approfondita.

Mi aspetta una riflessione, e un ripasso.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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