Coronavirus 01

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L’epidemia del 2020 verrà ricordata. Ogni anno, puntualmente, arriva dall’oriente una malattia che ha a che vedere con l’apparato respiratorio, può trattarsi di un forte raffreddore, di una influenza, talvolta in una influenza che porta velocemente verso una bronchite ed uno polmonite, questa volta è direttamente collegata ad un virus che ha un alto tasso di contagiosità. Nel settore zootecnico è da 20 anni che vacciniamo per un ceppo di Coronavirus che attacca i voltatili. Arrivare ad avere un vaccino non è semplice, tenuto poi presente la tendenza del virus a modificarsi. L’alta contagiosità ha fatto si che si siano dovute prendere delle misure drastiche che sono arrivate a bloccare specifici territori, a chiudere scuole ed altro, in particolare si è arrivati alla chiusura di attività ritenuto non strategiche. Tra le strategiche vi sono state le attività legate alla salute (in senso lato) quindi le attività farmaceutiche, salutistiche e le attività legate all’alimentazione, ed all’indotto di queste attività. Si è venuta a creare una condizione di emergenza, e, come in ogni situazione di emergenza, è importante che vi sia un centro decisionale. Sotto questo profilo appare evidente il diverso approccio di ciascun paese e/o territorio. Si avrà tempo dopo nel verificare e nel giudicare l’aspetto decisionale.

La prima considerazione è che l’alimentazione viene considerata, in ogni parte del globo, come un’attività strategica. Ci si rende conto in queste situazioni. Ma poi lo si dimentica. Qualora gli impedimenti fossero maggiori e avvenissero dei blocchi ai trasporti o per i trasporti, ci renderemmo conto che produrre ciò che è necessario all’alimentazione richiede del tempo. Se per la mancanza di mascherine e respiratori, la cui produzione in certi Paesi era stata terminata per la concorrenza di altri Paesi, si è potuto farvi fronte modificando la produzione di alcune aziende tessili e/o meccaniche, la produzione di carne e latte, in caso di blocco, richiede almeno un anno. Ed un anno di digiuno e/o astinenza non è facilmente tollerabile. Da qui la necessità STRATEGICA di considerare seriamente l’autosufficienza alimentare. E’ un fondamentale aggregante che dovrebbe essere inserito in qualsiasi atto costitutivo di qualsiasi società, al di là della Costituzione dello Stato.

Ma so di parlare senza essere ascoltato. E’ dal 1960, avevo 15 anni, che lavoro in questo settore e da sempre ho sostenuto questa necessità. Venni deriso, anche all’interno del settore zootecnico, lavorando poi in Philips, avrei dovuto accettare che si preferisse la produzione di televisori, di frigoriferi, di lavatrici, ed essere pagati da Germania, Francia, Olanda, Belgio, Danimarca, Spagna, in carne e latte. Quanto meno resto coerente. Sto scrupolosamente in casa ma ogni volta che mi guardo allo specchio, e succede più frequentemente per le numerose lavate di mani, sorrido pensando alla mia coerenza. Se i tedeschi hanno bloccato le mascherine ed i respiratori, quali oggetti strategici, quanto ci metterebbero a bloccare il latte e la carne? E lo stesso vale per i Francesi, per i Danesi, per gli Olandesi, per gli Spagnoli. Ma noi ci facciamo pavoni con le nostre specialità alimentari (salumi, latticini, ad esempio) che di nostrano hanno ben poco, se non niente. Anche questo, ora che i movimenti sono ridotti e c’è più tempo di pensare, dovrebbe essere una riflessione da fare. Passata comunque l’epidemia, prima di fare la corsa ad avere, in ogni caso la propria produzione di mascherine e respiratori, è meglio mettere come priorità l’autosufficienza alimentare. Poi c’è sempre la possibilità di comprarsi la carne argentina, o farsi servire dell’jamon serrano. Abbiamo potuto vedere come le quinte colonne (Lactalis, Aldi, GDO) siano attente e pronte a difendere anche in questi periodi le loro quote di conquista. Anche con il Coronavirus l’Italia resta una colonia alimentare. Ho poche speranze che si arrivi all’autosufficienza alimentare, ma non mi resta molto altro da sperare.

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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