la produzione di alimenti per animali da reddito
2019-08-20
In Ascona, alla ricerca di refrigerio, mi hanno portato il comunicato stampa di Assalzoo, l’associazione dei produttori di alimento, redatto in collaborazione con Nomisma. La produzione italiana ammonta a 14 milioni di tonnellate di alimenti, con 430 siti produttivi che occupano 9 mila occupati. Mi viene chiesto di fare dei confronti ed un mio parere al riguardo.
Sono cifre riportate da analisi statistiche e quindi non ho commenti. Ricordo la pubblicazione INRS (Francia) ND2213-196-04, quindi datata, che indicava una produzione di 23,5 milioni di tonnellate di alimenti, prodotte in 300 fabbriche di alimenti e con 16.000 addetti. Ricordo la pubblicazione poiché in un Paese esportatore di alimenti e di derrate alimentari (bovini e suini, in particolare) si dava grande importanza alla contaminazione dovute alle emissioni e venivano riportati i dati di una ricerca effettuata in 15 grandi siti produttivi dove, se non ricordo male, tutti i siti avevano delle emissioni con la presenza di minerali (nelle emissioni sono i minerali che vengono determinati), Manganese e Cobalto; e nel 50% dei siti le soglie erano superiori ai valori dichiarati di sicurezza. La pubblicazione, sempre se non ricordo male, attirava l’attenzione su di un possibile pericolo di malattie professionali. Confermo anche che in Francia, così come in Belgio, esistono delle soglie del 5% per la contaminazione da sostanze indesiderate (antibiotici, ad esempio, ma non solo) e che l’Italia è importatrice sia di alimenti (per vitelli da latte, per suinetti e suini, ad esempio) ma ha una indicazione di soglie di 1 ppm. Perché ricordo questo? Perché nei comunicati non si fa menzione di tutto ciò. E ricordo anche che le soglie di sicurezza per la salute dei manipolatori e per l’ambiente non hanno alcun valore qualora vengano utilizzati più agenti contemporaneamente ed è questo la peculiarità di questa attività. Diverso sarebbe se il comunicato mettesse in evidenza cosa fa in concreto l’industria (l’assenza della presenza di microminerali nelle emissioni è sostenibile, fattibile, immediatamente trasferibile su tutto il territorio nazionale) per i 9.000 addetti alla produzione di alimenti e per > 1 milione di utilizzatori che somministrano l’alimento agli animali.
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