La maggior parte dei filosofi e dei sociologi della tecnica concentrano le loro analisi sugli oggetti tecnici materiali; Ellul invece ci propone un approccio alla tecnica differente. Secondo lui la tecnica non si riduce ad una semplice accumulazione di macchine o di attrezzi. Sia che si tratti di propaganda, dell’organizzazione delle vacanze e del tempo libero, della divisione del lavoro o della crescita dello Stato, la tecnica ha da tempo superato lo stadio della macchina. Si tratta ormai dell’organizzazione di ogni aspetto dell’azione, partendo da una ricerca sistematica del massimo dell’efficacia: “il fenomeno tecnico è dunque la preoccupazione dell’immensa maggioranza del nostro tempo nel ricercare in ogni cosa il metodo più efficace.”. Così il fenomeno tecnico moderno, quello che Ellul chiama “la tecnica”, riveste dei caratteri nuovi che l’esame dei soli oggetti tecnici (artefatti, attrezzi, macchine) non permette di identificare. E’ con questi caratteri che la tecnica si costituisce in una realtà più globale e autonoma che condiziona l’uso degli attrezzi e delle tecniche particolari, e che tende a sottomettere alle sue esigenze tutti gli ambiti della vita sociale ed individuale. Automatismo delle scelte tecniche. Noi scegliamo sempre la tecnica che ci sembra corrispondere alla maggiore efficacia e questa scelta non è il risultato di una decisione deliberata: è solamente dopo che i progressi della chimica, dei motori a scoppio, delle tecniche di trasporto, di immagazzinaggio e di gestione della catena del freddo, rendendo possibile l’industrializzazione dell’agricoltura, che i tecnici ed i politici decidono, in nome della loro idea di efficacia, di accelerare il processo di concentrazione e di capitalizzazione che si era già disegnato, al di fuori di qualsiasi processo politico. Non c’è mai stato un dibattito serio sui vantaggi e gli inconvenienti comparati dell’agricoltura industriale e dell’agricoltura contadina. Sono i nuovi mezzi che hanno condizionato il progetto politico e non l’opposto. Allo stesso modo, nessuna ha deciso, un secolo fa, che fosse necessario perfezionare l’automobile per edificare la civiltà dell’auto che è ora la nostra e che è imposta dovunque. La scelta tra i processi tecnici avviene autonomamente, il che non esclude in seguito, all’interno di un quadro definito, le strategie, lotte di influenza, difesa di interessi o altro. Auto accrescimento Il sistema tecnico si sviluppa da se stesso per auto accrescimento, indipendentemente da qualsiasi finalità. Ogni miglioramento tecnico rende possibile e condiziona altre innovazioni, sia per combinazione con altri processi o per necessità di correggere alcuni difetti. Questo processo d’altronde non si effettua contro l’uomo per possederlo e dominarlo. Il sistema non ha alcuna intenzione ne alcun obiettivo; nello stesso modo l’uomo non interviene in maniera determinante nella sua costituzione e non cerca di fare un sistema tecnico ne a generare una tecnica autonoma. Ciò che il filosofo Michel Tibou-Cornillot chiama “l’onda tecnologica”, avviene; non c’è alcun bisogno di volerlo. Accelerazione Le centinaia di migliaia di brevetti depositati nel mondo ogni anno non corrispondono ad una piano prestabilito, e questa marea di innovazioni non cessa di trasformare la nostra vita quotidiana ed il mondo che ci circonda sneza che noi abbiamo fatto alcuna richiesta, e questo ad un ritmo che non cessa di accelerare. Autonomia La combinazione di questi caratteri dà alla tecnica una dinamismo incontrollato, in modo che il cambiamento tecnico manifesta una forte autonomia relativamente ai valori culturali e morali, e spesso anche ai valori economici (quale è l’utilità della conquista dello spazio?). Nessuno desidera la burocratizzazione dell’esistenza ma l’estensione della sua impresa segue il processo della tecnica (di cui essa non è che una delle manifestazioni) come la sua ombra. Ellul pensava che il progresso tecnico è largamente autonomo per quanto riguarda le ideologie politiche che, prima o poi, si allineano con le esigenze della tecnica. E’ già da molto tempo che la funzione politica non propone più alcun progetto di “vivere insieme” differente: la politica non orienta l’evoluzione della vita sociale e non serve che per la mediazione tra un cambio tecnico di cui non si conosce la direzione, e il corpo sociale che comunque deve accettarlo e adattarselo.