Jacques Ellul 2 Le intuizioni fondanti

Jacques Ellul 2 Le intuizioni fondanti

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Nel 1935 Bernard Charbonneau e Jacques Ellul , avevano rispettivamente 25 e 23 anni, redigono un testo di una quindicina di pagine dattiloscritte dal titolo “Direttive per un manifesto personalista”. In questo testo i due giovani autori stigmatizzano il carattere spersonalizzante della vita quotidiana in una società dominata da logiche produttivistiche, stataliste e tecnicistiche che sterilizzano qualsiasi tentativo rivoluzionario moderno. L’elevazione in potenza e la concentrazione di strutture sovradimensionate, sia che siano materiali (fabbrica, città) o organizzative (Stato, impresa, finanza), ci obbliga a vivere in un mondo che non è più e non potrà essere più a misura d’uomo. Non potendo fare presa su queste strutture, senza libertà e responsabilità grazie al loro funzionamento anonimo, tutti gli uomini sono proletarizzati: “L’uomo, avendo solo ed dovunque una piccola mansione ben determinata da compiere, e dappertutto rimpiazzato nella direzione per delle fatalità, è proletarizzato.”. “In questo tipo di società, il tipo d’uomo che agisce coscientemente, semplicemente sparisce.”. Charbonneau e Ellul non si accontentano di denunciare questa triste condizione dell’uomo moderno. Al fine di rimediare indicano anche una causa profonda sulla quale pare loro necessario agire. Questa causa è lo sviluppo incontrollato della tecnica che, dopo due secoli, è diventata una forza sociale determinante: “La tecnica domina l’uomo e tutte le reazioni dell’uomo, contro la tecnica la politica è impotente.”. Di più, l’incremento in potenza della tecnica favorisce il totalitarismo così come il saccheggio della natura. E’ dunque urgente rimettere la tecnica al proprio posto affinché invece di forza dominante ridiventi gestibile. Questa “rivoluzione necessaria” non è facile perché, ed è ciò che i due autori chiariscono, la tecnica non sono le sole macchine, ma anche la ricerca dell’efficacia in ogni ambito: “Il mezzo di realizzazione della concentrazione è la tecnica: non processo industriale, ma processo generale.”. Non sono solo i nostri attrezzi e le nostre maniere di produrre che occorre considerare, ma anche le nostre istituzioni ed il nostro stile di vita. Contro l’ideologia tecnicistica e produttivistica del loro tempo, è a nome di un obiettivo di libertà e di autonomia personale che i nostri due giovani pensatori cercano una limitazione della nostra potenza tecnica ed economica: “Una città ascetica affinché l’uomo viva.”. Charbonneau e Ellul hanno inventato la nozione di “la tecnica” per caratterizzare l’unità di un processo di trasformazione sociale il cui effetto globale ci sfugge. Terminata la guerra 14-18 diversi pensatori hanno percepito che qualcosa di nuovo trasformava il mondo umano: Spengler, Berdiaef, Junger, Huxley, Valery, Bergon, e altri. Nel frattempo i nostri due “personalisti guasconi” sono stati tra i primi, anticipando Heidegger, nel dare alla tecnica un ruolo centrale nelle trasformazioni del mondo moderno facendo nel contempo una critica radicale nel nome di una esigenza di libertà. La tecnicizzazione del mondo, così come l’ascesa della logica capitalistica, si effettua al di fuori della nostra gestione e talvolta anche al di fuori della nostra coscienza, secondo un processo che ha una logica propria che gli conferisce una larga autonomia. Questa idea dell’ autonomia della tecnica, così come per lo Stato, è comune ad ognuno dei due nostri autori, tant’è che procedono, ambedue, ad una critica della tecnica e dello Stato, e spesso usando gli stessi termini. In una conferenza del 1936, Charbonneau spiega: “la nostra civilizzazione non viene designata da un “ismo”, è inclassificabile, nata in un secolo di cambiamenti tecnici.”. Nel corso di una conferenza del 1945, qualche mese dopo Hiroshima, invita i suoi auditori a prendere atto dell’ “l’autonomia della tecnica”, primo passo per accedere ad una “gestione della tecnica.”. Ellul racconta che all’indomani della guerra, in un contesto di euforica idolatria per il dirigismo di Stato e per il progresso tecnico, i due amici decisero di procedere ad una critica seria e profonda dello Stato e della tecnica. Giurista specializzato nella storia delle istituzioni, Ellul avrebbe preferito concentrarsi sullo Stato, ma Charbonneau aveva iniziato la redazione di un’opera su questa idolatria e gli domandò di mettere in azione la parte del loro programma comune relativo alla tecnica. E’ per questo che Ellul svilupperà, in  “La tecnica o il rischio del secolo”, una analisi sistematica del ruolo determinante della tecnica nella società del nostro tempo.

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ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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