Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Siamo ancora ad Ascona a casa mia, e continua la discussione relativa ai rifiuti ed al loro smaltimento e alla necessità del riciclo e il riutilizzo. Per chiarezza rimando al gruppo di amici l’articolo di J. Giliberti su il sole 24 ore di oggi, che porto in visione, leggiamolo insieme. Vi è la lista degli eventi torridi dal 2014 ad oggi, e vi è la cartina geografica consultabile:
– impianti di trattamento rifiuti andati a fuoco: n. 136
– Incendi in discariche: n. 31
– Fuoco in isole ecologiche, a compattatori a piattaforme di selezione: n. 45
– Impianti di compostaggio dati alle fiamme: n. 6
– Discariche abusive incendiate: n. 103
– Ecoballe date alle fiamme in Campania: n. 5
– Inceneritori colpiti da incendi: n. 14
– altri eventi: 3
L’autore evidenzia che vi sono dei comitati di opposizione (nimby [non nel mio spazio] ed altro) per cui:
– non si riesce a costruire impianti di riciclo
– inceneritori
– utilizzo di rifiuti edili nei cementifici e impianti di selezione.
Situazione: mancano gli impianti per il riciclo dei rifiuti sia per la spazzatura domestica che per gli scarti di attività industriali.
Girolamo Marchi di Assocarta: Rischio di fermo per il riciclo delle cartiere.
Andrea Ramonda di Herambiente: C’è un tappo in fondo alla filiera.
Blocco del riciclo della plastica dei Consorzi Corepla e Conai e limiti impossibili per l’uso dei fanghi da depuratori.
Addirittura la proibizione dell’impiego di residui di farine, di composti zuccherini, di melasse provenienti dall’industria alimentare perché classificati come “idrocarburi”. Questo blocca il loro utilizzo per ottenere dei concimi a prezzi bassi e diminuire la concimazione chimica.
Gli interessi sono altissimi e con questo si vanifica tutto lo sforzo per le raccolte intelligenti e differenziate. Chi accende il fiammifero? Avere un tappo in fondo alla filiera non è intelligente, salutare. Tanto vale non fare tutti gli sforzi a monte se a valle vi è un imbuto.
Lo sviluppo sostenibile ha bisogno di non avere tappi. Serve impegno, trasparenza, chiarezza, ma molto meno comitati di opposizione. La domanda la ripongo: chi veramente accende il fiammifero?
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