nullo die sine linea
2025-02-24scrivere e leggere sono legate alla riflessione profonda. diversamente dovremmo trovare altri verbi. Balbettare, mormorare, altro
“La situazione della giustizia civile e penale italiana è drammatica. I pm, gip e gup, vanno al di là di quanto loro competa, sia occupandosi di ambito che non li debbono riguardare, sia utilizzando delle procedure poco produttive sul piano processuale ma molto efficaci sul piano politico e sull’opinione pubblica, attraverso l’uso improprio dell’interrogatorio e della detenzione provvisoria.”. E queste parole sono il senso di quanto detto da Sabino Cassese, in una sua ultima opera. Da qui la svalutazione della fiducia degli elettori, da qui una influenza, che non può non essere del tutto disinteressata, negli ambiti della politica e dell’amministrazione: a cui prima o poi arrivano proprio loro, quali candidati quasi naturali. Per poi fare dei disastri in quanto non hanno alcuna esperienza. Leggiamo l’intervento di Claudio Cesara relativo al giudizio di colpevolezza, fino a prova contraria, un uomo sottoposto all’inchiesta giudiziaria, come il potenziale destinatario di una somma di denaro, somma mai ricevuta, sulla base di una lettera T ritrovata in un pizzino di carta frantumato in piccolissimi pezzetti. E i media sotto in una gara a chi la spara più grossa, a chi mette più palate di guano. E i provvedimenti a Luca Lotti inquisito per favoritismo e per rivelazione del segreto giudiziario, un tipo di delitto spesso usato nei confronti degli uomini politici, ma mai contro i magistrati che forniscono (e chi altri potrebbe?) delle informazioni ai loro amici giornalisti? E poi nessuno si meraviglia che lo stato spenda ogni anno 42 milioni di euro per errori giudiziari e detenzione ingiustificata, senza contare che questa cifra rappresenta la minima parte del danno sopportato da intere famiglie e quindi incalcolabile.
Questo della malagiustizia è il primo male!
Da qui parte tutto il circolo vizioso che sfalda ogni cosa. Perché mi guardate? Volete ancora sapere del mio caso? E’ vero, le forze dell’ordine in combutta con il pm e gip hanno falsificato delle prove telefoniche! E’ vero che mi hanno dato un rimborso di 5.000 euro equivalente a poco meno di 100 euro al giorno, ma che me li hanno dati con i soldi dello stato, non pagati da coloro che hanno commesso il crimine. Certamente il mio caso vale molto meno di quello del padre di un primo ministro, ma il metodo criminale è lo stesso. D’altra parte il giovane pm, tuttora operante, davanti a me ebbe a dirmi ”peccato che quel giorno fosse morto Pantani, altrimenti ben altra eco avrebbe avuto il mio lavoro”. Cosa dire? Niente. Forse siamo sul titanic e l’orchestra sta ancora suonando.
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