In Ascona tra uno studio medico ed un altro. Sostengo che dopo i 60 anni non si dovrebbe più avere il diritto di voto per le elezioni politiche. La ragione è che l’elezione politica deve riguardare la costruzione futura (almeno nell’arco di 10 anni) di una società. Dopo i 60 anni non solo non hai più niente da dire, ma il futuro non lo vorresti. Vorresti lo status quo se riesci a nuotare senza bisogno di anatroccoli vari. Allora ho deciso di essere coerente. Schifato anche da quanto pavidi siamo stati nel non fare assolutamente niente di fronte al golpe portato avanti da 3 presidenti e da 5 governi del tutto non rappresentanti. Cosa ho fatto? Ho chiesto ai miei 5 nipoti per chi dovevo, secondo loro votare. Quando mi hanno detto di spiegargli meglio alcune cose politiche mi sono rifiutato. “Potrei influenzarti”. Meglio di no. Tra 10 anni avrai 30 anni, come sarai o meglio, come vorresti essere, sposato, con figli, con un reddito per poterli mantenere, come deve essere la società per permetterti di soddisfare le tue aspirazioni? Quale tipo di società vorresti intorno a te? In una città oppure in campagna? I servizi di pubblica utilità come dovrebbero essere? Quanto dovrebbero costare? Quali i limiti della Stato, oppure onnipotente? E molto altro ancora, ma le domande fattele o non fartele tu. Dimmi cosa vuoi che voti. Tanto peggio di come abbia fatto io sin qui per te e la tua generazione sarà difficile fare altrettanto.

E così ho fatto. Finalmente. E non ho venduto il voto poiché non ho avuto niente in cambio. Neanche la comprensione dei nipoti.