opportunità per favorire la crescita
2024-12-23R&D, riserve per utili non distribuiti, visione critica e negativa del fisco che si è intascato gli utili e li vuole anche in anticipo, per poi avere un atteggiamento ostile.
I constatazione
Gli USA sono ancora la potenza numero uno del mondo a livello politico, economico e militare ma, tenuto conto dei cambiamenti geopolitici complessi che regolano gli equilibri regionali, non sono più la potenza imperiale mondiale, come nessun altra potenza lo è.
II constatazione
La Russia attraversa l’ultima fase convulsiva della dissoluzione del suo impero. E’ un processo difficile e doloroso ma, se fatto con saggezza, niente impedirà alla Russia di divenire finalmente uno dei principali stati nazione europei. Nel frattempo si stanno alienando i legami con alcuni appartenenti al suo primo impero come l’Ucraina, la Bielorussia, la Georgia ed alcuni stati baltici.
III constatazione
La Cina sta diventando, anche se più lentamente del previsto, uguale agli Usa e la potenza rivale, ma cerca, al momento, di non urtare direttamente gli USA. Sul piano militare è alla ricerca di una nuove generazione di armi e rafforza pazientemente la propria forza navale ancora limitata.
IV constatazione
L’Europa non è attualmente una potenza mondiale e non lo diverrà neanche nel futuro. Può avere un ruolo costruttivo in materia di minacce transnazionali e per la sopravvivenza dell’umanità. E’ allineata politicamente e culturalmente agli interesse fondamentali degli USA nel Medio Oriente e li sostiene; la fermezza dell’Europa all’interno della NATO è essenziale per arrivare ad una definizione costruttiva della crisi Russia Ucraina.
V constatazione
La violenza dell’attuale risveglio politico dei mussulmani del periodo postcoloniale e in parte una reazione tardiva alla repressione, talvolta brutale, che hanno subito da parte delle potenze europee. Si aggiunge un sentimento di ingiustizia differito e profondamente sentito, con una componente di motivazione religiosa, che fa da collante tra i mussulmani contro il mondo esteriore, ma allo stesso tempo aumentano i dissidi dovuti a scismi religiosi all’interno dello stesso Islam, che niente hanno a che vedere con l’Occidente.
Queste constatazioni suggeriscono che gli USA debbono prendere l’iniziativa per ridefinire l’architettura del potere mondiale al fine che la violenza che esplode nel mondo mussulmano, e che si proietta anche fuori da questo mondo e che potrebbe influenzare anche quello che viene chiamato il terzo mondo, possa essere controllata senza distruggere l’ordine globale.
Seguendo lo schema delle constatazioni sopra ricordate possiamo prevedere che gli USA non potranno efficacemente trattare la violenza attuale nel Medio Oriente senza una coalizione che includa Russia e Cina. Per ottenere questo è necessario ottenere che la Russia non abbia un atteggiamento ostile nei confronti dei propri vicini (Ucraina, Georgia, Stati baltici). E’ anche necessario convincere la Cina che l’atteggiamento di passività egoista di fronte allo sviluppo della crisi mediorientale non è opportuno politicamente ed economicamente per le sue ambizioni sulla scena internazionale.
La Russia sta diventando per la prima volta nella sua storia uno stato nazionale, e questo non è da sottovalutare. L’impero zarista contava su una popolazione multinazionale ma largamente passiva sul piano politico e che è finita con la prima guerra mondiale e con l’unione, per modo di dire volontaria, delle repubbliche nazionali (URSS), creato dai bolscevichi, il cui potere era nelle mani dei russi. L’implosione dell’unione sovietica nel 1991 ha provocato l’emergere di uno stato a predominanza russa e alla trasformazione di repubbliche non russe della precedente unione, formalmente indipendenti, che stanno consolidando la loro indipendenza, con dei tentativi di USA e Cina di fare dei rispetti alla Russia che sta diventando uno stato nazione influente e che faccia parte di una Europa in corso di unificazione. Se questo non avviene sarà difficile per la Russia resistere alle pressioni demografiche e territoriali della Cina, la quale, evoluendo positivamente, mette in discussione i vecchi trattati che Mosca ha imposto, nel passato, a Pechino.
Per la Cina la miglior prospettiva economica è divenire il principale partner dell’America, dovendo procedere con pazienza alla continuazione del proprio successo economico e per evitare tensioni al proprio interno, per contenere il caos globale che si sta dirigendo dal Medioriente verso nord-est. La Cina dovrà anche stringere delle strette relazioni con le repubbliche dell’asia centrale, gli stati mussulmani una volta britannici (Pakistan) e con l’Iran. Meglio se queste relazioni saranno fatte in accordo tra Cina e Usa.
Il Medioriente non troverà una stabilità accettabile sino a quando delle formazioni militari armate locali considereranno che possono beneficiare di una ridefinizione del loro territorio, e in questa attesa possono esercitare delle azioni di estrema violenza. Una cooperazione a tre (Russia Cina Usa) potrebbe, riunendo gli stati più stabili della regione (Iran, Turchia, Israele, Egitto), ottenere una definizione. Tra gli stati importanti per la regione ci sarebbe anche l’Arabia saudita ma l’attuale comportamento non è corretto.
E’ altrettanto importante avere una attenzione particolare per quelle masse che hanno recentemente avuto un risveglio politico nel mondo non occidentale. La loro memoria politica, per tanto tempo dimenticata o non ricordata, alimenta oggi il risveglio improvviso e particolarmente esplosivo, stimolato dagli estremisti islamici del Medioriente. Ciò che accade oggi in Medioriente potrebbe valere anche per territori dell’africa, asia e gli stessi popoli precoloniali dell’emisfero occidentale nei periodi a venire.
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