Tragedia annunciata
2016-10-11
Sotto il portico in Ascona ho avuto uno scambio di vedute con dei colleghi di settore. Si può essere meno pessimisti di te per quanto riguarda i mangimi medicati. Ci potrebbe essere sempre qualche mangimista che si mette a produrre i mangimi medicati come si deve, e quindi mantenere la fabbricazione vigente.
Ho i miei dubbi e parlo per esperienza altri ambiti. L’industria chimica italiana negli anni 60 era unica nel mondo. Trovavi un know-how diffuso e degli skill nelle risorse che non trovavi assolutamente in altri paesi. Vi era una cultura della chimica in senso lato che andava dai metodi, dalle sottofasi dei metodi, dall’utilizzo di prodotti secondari, dalla tecniche dei materiali, dall’utilizzo dei materiali stessi. Il tutto nel rispetto delle norme vigenti che non ammettevano la brevettabilità per sostanze ad uso farmaceutico umano, zootecnico o fito. Nel 1974 il tutto finì. Il know-how di cui si è parlato aveva una falla: le emissioni (acqua ed aria) del tutto sottovalutati perché non erano di attualità. Si tirava diritto, sino a quando è suonata la campanella. Per quei pochi che si dettero da fare per mettere a norma tutto fu fatica sprecata, morirono soffocati. Come mai solo adesso si mettevano a norma? Con il loro passato quale credibilità può avere la loro affermazione a norma? Inutile, veramente inutile. E l’associazione dei chimici era potente, altamente tecnica, valorizzante.
Per i mangimi è la stessa storia. C’è un tempo per dimostrare di essere professionisti, autori del proprio ruolo. Autore sta per colui che aumenta, che fa prosperare, che mette i limiti della professionalità più in là. E questo tempo, come sempre, prima o poi finisce e si modifica e diventa un altro tempo. Colui che nel tempo precedente non ha innalzato la propria professionalità precorrendo le esigenze di base, non ha la credibilità per il nuovo salto. Non ha la credibilità. Ma non è mai un uomo solo. Purtroppo è un gruppo di uomini, è una organizzazione, è un sapere che svapora.