sul futuro degli additivi destinati alla terapia degli animali
2016-09-15
Dalla riserva in Ascona – E’ un argomento più volte trattato. Questo è un contributo nel medio periodo e viene da mio fratello. Lo accolgo con interesse.
Considerando il campo degli additivi, se ci fermiamo un minuto a pensare al loro futuro, potremmo prevedere 4 scenari possibili:
1. Non cambia niente
Questo è lo scenario più probabile, almeno nel raggio dei prossimi 3-5 anni. Sulla base di questa ipotesi, la maggior parte degli additivi attuali continuerà ad essere usata e, forse, uno o due nuovi prodotti arriveranno al mercato. Il trend verso la produzione antibiotic-free continuerà, indirizzando il mercato internazionale verso quegli additivi legati alla salute dell’intestino.
2. Ci saranno nuove molecole
E’ possibile che le società farmaceutiche che hanno perso la battaglia dell’antibiotico, facciano un ritorno sul mercato con nuove sostanze che abbiano la stessa efficacia degli antibiotici senza i problemi di resistenza. Se questo accade, nei prossimo cinque anni, la maggior parte degli additivi che oggi sono ancorati al concetto dell’antibiotic-free avranno vita dura.
3. Saranno ammessi animali geneticamente modificati
Questo scenario è improbabile, ma non impossibile, specialmente se ci dessimo un orizzonte di almeno 20 anni. Abbiamo l’esempio del suino che auto-produce la fitasi, che non è stato commercializzato, ma ha provato al mondo che si è in grado di far produrre agli animali stessi degli additivi.
4. Gli stessi microbi produrranno i propri additivi
E’ sorprendente quante sostanze ed additivi sono oggi fabbricate con micro- organismi, quali batteri, funghi e lieviti. E se le stesse sostanze e/o additivi fossero prodotte direttamente nell’intestino da micro-organismi selezionati? Vorrebbe dire che il mondo dei cosiddetti “probiotici” ha in mano la chiave del nostro futuro?