Medicamenti per gli animali e sicurezza per il consumatore
2016-03-18
In Ascona – Si fa un gran parlare di necessità di ridurre il consumo di medicinali negli animali, di catene di distribuzione che esigono animali antibiotic-free ma non nel senso di residui ma di tecniche di allevamento che escludano l’impiego di antibiotici.
E vi sono ancora paesi che permettono legalmente l’impiego di antibiotici per la crescita.
La derrata alimentare DEVE provenire da animali sani e non contenere alcun residuo di farmaco.
Sin qui d’accordo.
Diffido da coloro che sbandierano che producono assolutamente senza l’impiego di farmaci. Così come diffido da qualsiasi “assolutamente”.
Sono per il percorso virtuoso, del continuo miglioramento, delle modifiche nel management e di tutte le componenti che permettono un miglior benessere animale ivi compreso la bassa morbidità (l’apparizione di malattia). Ma le malattie quando ci sono debbono essere combattute, tenendo in considerazione tutti gli aspetti legati all’impiego di farmaci.
Ho potuto partecipare a lavori che ricercavano delle soluzioni percorribili nel senso di diminuire l’impiego di agenti chimici in generale sia per gli obiettivi nutrizionali che terapeutici, di ridurre la contaminazione dei circuiti di distribuzione e delle emissioni, per gli animali, per gli operatori e per l’ambiente.
Mi trovo a parlare con operatori che sbandierano il NO a TUTTI gli antibiotici, e poi nella pratica non tengono in considerazione le buone pratiche elementari: assenza di emissioni, assenza di contaminazioni.
Contare sull’ignoranza del consumatore è miopia.
La salvezza allora sta nelle importazioni da paesi di cui non si conosce granchè, ma risulta impossibile effettuare dei controlli. Questa non è miopia è stupida attività deliquenzale.
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