verdure e contaminazioni
2015-09-22
In Ascona – Su Les Echos.fr del 22/9/2015 viene riportata la ricerca effettuata dalla ONG Generations futures relativamente a verdure inquinate, sia fresche che distribuite dalla GD. I dati confermano che il 16,13% dei campioni è contaminato da 3,7 sostanze attive il cui impiego è proibito totalmente (ad esempio il DDT che è stato bandito in Europa dal 1971) oppure è proibito sui vegetali. Ad esempio DDT, Cyproconazolo, Imidaclopride, Mardi propamide, Oxadinazone. La preoccupazione è altresì rappresentata dal possibile effetto cocktail, interazione fra le differenti molecole, presso consumatori particolarmente sensibili (infanti, anziani, gestanti, depressi, debilitati). Questo potrà generare vecchie o nuove patologie non ben conosciute.
E’ possibile che le sostanze chimiche siano presenti sui terreni da tanto tempo e quindi i vegetali continuino a fissarle? Difficile da confermare. Resta un fatto che viene richiesto un maggior controllo dalle autorità che dovrebbero tutelare la salute pubblica ed una maggiore informazione per il consumatore. Il tutto viene complicato dal comportamento dei consumatori che, talvolta per costituire cristalli di massa, diventano apostoli di culture alimentari differenzianti, vegetariani, vegani e tutte le sottospecie, mentre la GDO e le erboristerie di nicchia mescolano vegetali di varia provenienza, di varia stagionalità, e sempre più pronte all’uso. Il consumatore non vede e non tocca le differenti sfumature, i diversi odori, le diverse consistenze mascherate da salse coprenti. Il tutto con dei residui che non vengono assolutamente considerati. Nuovi disturbi quali allergie, intolleranze, rallentamento dei processi metabolici potrebbero accadere.
Sicuramente un maggior controllo dovrebbe essere riservato alle coltivazioni extra nazionali.
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