Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Mauro mi sottopone un quesito
Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura.
Non amano l’acqua; molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per settimane.
Costruiscono baracche di legno e lamiera nelle periferie delle città dove vivono, gli uni vicino agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro, affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti: generalmente si presentano in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano 4, 6, 10.
Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti.
I bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina, ma sovente, davanti alle chiese, donne vestite di nero ed uomini quasi sempre anziani, chiedono pietà con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli e sono molto uniti tra loro.
Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti.
Le nostre donne li evitano, non solo perché poco attraenti e selvatici, ma perché si è diffusa la voce di stupri consumati in zone periferiche, quando le donne tornano dal lavoro.
Le nostre autorità avrebbero dovuto fermarli alla frontiera; ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra quelli che vengono da noi per lavorare e quelli che vivono di espedienti o, addirittura, di attività criminose.
Mi dà poi la soluzione:
Relazione Ispettorato Americano all’Immigrazione, sugli italiani.
Ottobre 1912
Il parallelo non mi pare del tutto appropriato. Ho avuto l’esperienza diretta, avevo 22 anni, in PlazDam in Amsterdam di leggere “E’ vietato l’ingresso ai cani e agli italiani”, ciò non mi ha impedito, con amici olandesi di entrare e chiedere, in italiano, “una geneve, per favore” e di essere servito. Perchè ritengo non ricevibile il parallelo? A botta calda rispondo per le radici. Poi inizio lo scambio di idee. La convivenza è una cosa seria.
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