cultura – le persone passano ma il settore resta.
2024-12-23La cultura del settore è importante.
Quando per l’esercizio di un’attività si definisce il numero chiuso normalmente sta a significare che non tutti possono avere accesso all’attività stessa, buona cosa per coloro che sono inclusi. E’ il caso ad esempio dei Cardinali che sono 191, un po’ di più i Vescovi, la barra è stata stabilita, in Italia a 381, per i Deputati 617, per i Notai 4.723 e per le Farmacie 17.352.
Sono tutte attività dove vieni chiamato o eletto oppure prima di esercitare debbono verificare la tua idoneità.
Veniamo alla sicurezza alimentare. Al 30 ottobre 1987 la Gazzetta Ufficiale Italiana riportava l’elenco di coloro che erano autorizzati a produrre integratori ed integratori medicati per mangimi (G.U. 279 del novembre 1987): erano 212. Al 31 dicembre 2009 si era scesi a 40. Per il resto tutto era permesso si poteva aprire una attività di produzione e di allevamento di animali senza un numero chiuso. Bei tempi? Non sono d’accordo, è stata la sagra dell’improvvisazione e del mantenimento degli errori: finchè dura fa verdura, lasciando una grossa fetta di mercato ad altri Paesi, meglio organizzati di noi.
Il Regolamento n. 178 ha cambiato tutto. Ha stabilito prima di tutto che si deve dare e ricevere solamente all’interno del numero di coloro (siti) che sono stati riconosciuti (percorso un po’ più macchinoso perché si maneggiano sostanze “sensibili”) e/o registrati (allevamenti, trasportatori, intermediari di commercio). Coloro che non rientrano nel novero NON possono operare se non prima di aver ottenuto un numero con molte cifre. Va da sé che l’informazione e la trasparenza sono il fattore critico.
Dalle statistiche regionali in internet ricavo che i siti riconosciuti sono 3.172, con una prevalenza della Lombardia. Ma che vedo? Il dato non è totale: mancano all’appello i siti riconosciuti del piemonte (regione zootecnicamente molto importante), della provincia autonoma di trento e della Sicilia, con tutta la miriade di loro prodotti tipici e tradizioni culinarie. Questa è una falla per quanto attiene alla completezza dell’informazione.
Le statistiche suddivise per regione indicano in 139.500 i siti registrati. Ma attenzione!! Anche qui mancano i dati dei siti registrati in basilicata, in umbria e nel veneto (regione molto importante zootecnicamente), ed anche loro con tutte le loro produzioni tipiche e non.
Tutti questi siti stanno alla base della sicurezza alimentare. Tutti dovremo imparare a lavorare meglio insieme. Ci obbliga la tracciabilità. Ma le prime considerazioni a caldo sono:
– è davvero un numero importante!
– ma come si fa a non avere la totalità delle informazioni? Mancano pochi mesi all’expo 2015. regioni datevi da fare!
La caratteristica del numero chiuso è il progressivo innalzamento delle barriere all’entrata e della qualità delle attività operative e delle procedure all’interno. Dobbiamo esserne straconvinti poiché il prodotto agroalimentare italiano, i marchi vari (dop, doc, igp, altri) sono trainanti della nostra economia. Dobbiamo velocizzare il tutto. Ecco perché preferisco l’era nuova con più responsabilità, corresponsabilità, diligenza a quella in cui avevo operato io. Ci fosse stato questo spirito saremmo sicuramente arrivati all’autoapprovvigionamento, a produrre sul nostro territorio tutta la carne, uova, latte che consumiamo.
Adesso sarà difficile, tutti gli altri hanno un sistema zootecnico, che difendono a spada tratta in ogni sede, noi siamo disuniti, abbiamo un apparato burocratico da paura (5000 veterinari nelle varie asl, contro i 400 di Francia e i 200 di UK, ad esempio), e un distacco abissale tra produzione primaria e industria alimentare che impedisce di operare come filiera.
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