Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Minareti in Svizzera il segnale politico.
Che a votare il referendum relativo alla costruzione di minareti in Svizzera vi sia stato il 53,4% di partecipazione deve essere considerato come un dato molto elevato. Gli svizzeri sono chiamati ad esprimere il loro voto referendario almeno una volta ogni trimestre.
Il risultato del referendum viene introdotto nell’articolo 72 della Costituzione della Confederazione, facendo si che tutti i cittadini votanti si sentono facenti parte della carta costituzionale e non una carta fatta in epoca remota con interessi e situazioni non più attuali o condivisibili.
Le reazioni al risultato sono state:
– superficialità (se non folclore) della vita politica svizzera, senza alcuna conseguenza per gli altri paesi; 100.000 firme, 2% degli elettori totali, sono sufficienti per indire un referendum.
– Come altre volte il laboratorio svizzero dà un segnale a tutta l’Europa: tenere in considerazione, nell’ambito di relazioni complesse ed incerte, il risultato per la costruzione delle regole di convivenza tra europei e mussulmani (che vivono in europa) ed i paesi meridionali e orientali, che sono in grande parte mussulmani. Nel 1994 ricordo che gli Svizzeri votarono in favore della drastica limitazione del traffico su ruote transalpino e di finanziare la costruzione di due grandi tunnel ferroviari, per limitare l’inquinamento.
Segnali da non sottovalutare a freddo.
1 – Il valore dei sondaggi esce con le ossa rotte. Era certo che il referendum venisse rigettato almeno nella misura del 53%, invece vi è stato il 57% di voti favorevoli. Se anche nella UE si indicesse il referendum, affinchè i cittadini esprimano il proprio interesse e decisione (nella UE il referendum è poco utilizzato) non ci sarebbero delle sorprese, divergenti e differenti da decisioni verticistiche? Nel segreto dell’urna si esprimono le proprie decisioni ed i propri interessi senza la mediazione di partiti, confraternite, conformismi, manipolatori di opinione. Ricordarsi di Fukuyama di di Hantington!
2 – I cittadini, almeno in Svizzera, sentono le questioni relative all’islam con maggior gravità rispetto al “palazzo” che evita di menzionare tale gravità. Sarebbe differente il risultato nella UE, ed in Italia?
– Il consiglio federale, la maggioranza dell’assemblea federale e tutti i partiti, salvo due che rappresentano meno del 25% dell’intero elettorato, si erano pronunciati per il NO. Per il No si erano pronunciati la società cosiddetta “civile” e la conferenza episcopale. Contro anche le confederazioni patronali sbandierando i rischi economici:
– gli scambi commerciali con i paesi mussulmani (7% delle esportazioni totali della confederazione), i turisti del golfo (6% dei pernottamenti negli hotel di lusso di Ginevra). Il monito era di fare attenzione per possibili rappresaglie commerciali dei paesi mussumulmani ed i mancati guadagni qualora i re dell’oro nero avessero cessato di frequentare i palazzi elvetici. Non dimentichiamo che la Svizzera ha subito forti rappresaglie dalla Libia non avendo sopportato i colpi di testa di un membro della famiglia Gheddafi in un hotel di lusso.
I cittadini elvetici vedono le cose diversamente dalle “elite”.
Il partito UDC di destra (20-25% dei voti totali), che ha favorito il referendum, ha ottenuto la larga maggioranza (57%). Si è chiesto di votare contro la costruzione di minareti, simboli NON religiosi (non sono prescritti dall’islam), in quanto la richiesta di costruirli era solo una rivendicazione politica.
E questa voglia di imporre l’affermazione identitaria di un islam politico, proprio non è nell’interesse e nelle decisioni della maggioranza dei votanti. Il risultato ho ancora più valore proprio perché il referendum era stato voluto da un partito non certamente amato da molti Svizzeri. Vi è una netta distinzione tra libertà religiosa (ci troviamo in una terra storicamente libertaria) e comportamenti di identità e le rivendicazioni di correnti integraliste suscitano reazioni sempre più ostili. La Svizzera non ha un passato coloniale mentre ha una storica esperienza di coabitazioni tra le religioni. 400.000 sono i mussulmani che vivono in Svizzera. Il 60% di origine balcanica, il 20% di origine turca, provenienti da società storicamente e largamente secolarizzate.
Non vi sono stati attentati, sommosse urbane, forti tensioni e controversie sul velo o sulla frequentazione delle piscina. Il tribunale federale ha confermato l’obbligo per tutte le ragazze di praticare il nuoto, come disciplina scolastica, contro i ricorsi dei gruppi islamici che esigevano una dispensa per motivi religiosi per le proprie scolare. Gli immigrati valutano favorevolmente la loro situazione confrontandola con il clima che si vive nei paesi vicini: italia, francia, germania.
Molti svizzeri hanno sostenuto l’iniziativa per l’opinione che si sono fatti dalle immagini e notizie che quotidianamente riempiono i media:
– attentati terroristici
–preparazione dell’atomica in iran
– dichiarazioni ufficiali sulla distruzione di israele da parte del presidente iraniano
– dichiarazioni di guerra santa nei confronti di cristiani ed ebrei
– l’applicazione della sharia in sudan, in arabia, in nigeria, con la ferocia che ne consegue e la violenza contro le donne.
– Innumerevoli discriminazioni nei confronti delle minoranze non mussulmane
– manifestazioni di intolleranza (prediche e fatwa incendiarie)
Ed un mondo Occidentale, UE in primis, molle, stramolle, quasi pauroso.
Tutto ciò fatto in nome dell’islam. Ben poca credibilità hanno le organizzazioni mussulmane che si descrivono come vittime. Coloro che hanno votato contro i minareti hanno confermato che avvertono l’islam politico come minaccia.
Leggendo la storia del periodo fascista del de felice, non avendone conoscenza diretta in quanto non ancora nato, ho avuto modo di conoscere la risposta del capo di stato di allora alla richiesta di organizzazioni mussulmane in merito alla costruzione della moschea a roma.
– Bene le inaugureremo nello stesso giorno.
– Come le inaugureremo?
– La moschea mussulmana a Roma e la basilica cattolica a La Mecca.
Allora non se ne fece niente ma la risposta politica era corretta. Questa è una lezione! L’identità è valore.
Come è possibile pensare alla reciprocità con dei paesi che hanno nello loro carta fondativa (oci- 1969)
art.22a – Ogni uomo ha il diritto di esprimere liberamente la propria opinione sempre che questa non sia in contraddizione con i principi della sharia.
art. 24 – Tutti i diritti e libertà enunciati nella presente dichiarazione sono sottoposti alle disposizioni della sharia.
Art. 25 – la sharia è l’unica referenza per la spiegazione o l’interpretazione di qualsiasi articolo contenuto nella presente dichiarazione.
Come è possibile, non di convivere, ma solo cooperare con dei soggetti che hanno una dimensione religiosa con i loro partners MA NON con gli altri, UE e membri della ue compresi.
Sentiamo quali sono le preoccupazioni e gli interessi dei cittadini che vogliono difendere le libertà e la dignità conquistata con fatica nella propria storia, dai loro avi, nonni, padri, e che trasmettono ai loro posteri.
Leave a comment