Sicurezza alimentare 03 – Numero chiuso 02

Sicurezza alimentare 03 – Numero chiuso 02

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L’applicazione del Regolamento n. 178 in modo corretto ed intelligente non può non diminuire il peso delle importazioni di carne e latte (e loro precursori) a favore della produzione di territorio in modo che detta produzione possa arrivare a soddisfare l’autoconsumo. La salute di qualsiasi organismo è legata al funzionamento del microbiota che è unico per lo specifico organismo. Il microbiota (l’insieme dei microorganismi simbionti [mutualismo = cooperazione tra differenti tipologie di organismi]che convivono con l’organismo senza danneggiarlo) ha uno specifico microbioma (insieme del patrimonio genetico e delle interazioni ambientali della totalità dei microorganismi di un organismo e di un ambiente definito).  Tutto ciò proviene al di fuori dell’ambiente atavico dell’organismo è alieno e può provocare cambiamenti e disfunzioni, al momento attuale, non ben conosciute. Questo punto lega la sicurezza alimentare al territorio (ambiente, usi, abitudini, tradizioni, altro).

Se avessimo del petrolio e/o gas sufficienti per i nostri fabbisogni per i prossimi 100 anni nel sottosuolo nazionale, sarebbe un delitto acquistare detti prodotti da paesi terzi e sottostare alle loro ritorsioni e/o ricatti. L’energia è strategica, così come l’alimentazione.

Il numero chiuso degli operatori che avevamo indicato nella precedente riflessione, seppure non completo (n. 3.172 riconosciuti + n. 139.500 registrati), è davvero impressionante.

Rientrano le seguenti attività[1]:

impianti agricoli di prodotti destinabili al’alimentazione zootecnica

impianti di essicazione granaglie conto terzi

impianti di macinazione brillatura

impianti di stoccaggio

impianti di fabbricazione di prodotti di origine minerale e chimica industriale

impianti di fabbricazione di additivi

impianti di fabbricazione di premiscele

impianti di fabbricazione di mangimi per il commercio

impianti di fabbricazione di mangimi per l’autoconsumo

impianti di condizionamento di additivi, premiscele e mangimi

intermediari di additivi e/o premiscele con il solo possesso giuridico

intermediari di additivi e/o premiscele con il possesso fisico e/o giuridico

trasportatori per conto terzi di additivi, premiscele, materie prime,mangimi.

Queste sono le attività.

Tutte le risorse che operano nelle suddette attività hanno l’interesse che esse siano svolte in Italia e che qualsiasi prodotto rientrante o derivante da dette attività, che entra in Italia da altro paese UE e/o extra UE, venga ottenuto da attività che vengono svolte con gli stessi standard qualitativi che vengono applicati nel nostro territorio.

Succede così? Assolutamente no!

Ecco solo un esempio: In Italia le attività rientranti nel regolamento n. 178 vengono controllate da oltre 5.500 medici veterinari nelle strutture Asl dislocate nel territorio, a cui si aggiungono i funzionari nas, repressioni frodi, guardie forestali. Per le stesse attività relative al territorio francese sono occupati 400 medici veterinari. In Inghilterra, che ha un mercato come quelli italiano, i Veterinari sono in totale 200. La fonte è il dr. Belloli dell’Asl di Lodi. Non ho alcuna intenzione di discutere del come e del perché ma resta un fatto.

Dato che siamo in Italia le derrate alimentari finite o in itinere debbono essere prodotte ed ottenute con il criterio (modalità) qualitativo adottato dall’Italia, in caso contrario si creerebbe una sperequazione. Se la derrata francese o spagnola o di altro paese entra come materia prima ed il prodotto trasformato (salumi, latticini, ad esempio) ha dichiarazioni che si richiamano all’Italia: ecco un palese furto!!!!

In Francia, Belgio, Spagna sono accettate delle soglie di contaminazione tra antibiotici nella misura del 5%, In Italia tali soglie non sono assolutamente contemplate e sono ritenute dannose. La contaminazione massima è di 0,5 ppm. Ma sono ammesse le importazioni, anche se sono solamente delle vendite, di premiscele e mangimi che in certi Paesi hanno una contaminazione legale, mentre in altri no.

Ecco uno spazio immenso per le associazioni di categoria, dirette ed indirette, di tutte le attività che rientrano nel numero chiuso per la difesa di interessi legittimi. Senza questa attività e ripensamento del posizionamento associativo il sistema è azzoppato.

Ecco uno spazio immenso per i marchi (Dop, Igp, et similia) che debbono riconoscere un prezzo maggiore (derivante dal prezzo pagato dal consumatore) alla filiera territoriale. Senza l’atteggiamento e comportamento consoni il sistema è azzoppato.

Le industrie trasformatrici (macelli, latterie, industrie per la preparazione di insaccati o piatti pronti) hanno un interesse contrario a quello delle attività che si svolgono sul territorio. I prezzi migliori loro li ottengono da produzioni che si svolgono con altri sistemi di conduzione e di controllo e grazie a ciò, le industrie, stroncano e soffocano con prezzi al di sotto dei costi le produzioni nostrane.

 


[1] Regione Lombardia – Sanità – tabella 3

About the author:

ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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