modernità e microparticelle

modernità e microparticelle

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– ma perchè sei contro la modernità?

– non sono contro, trovo vuoto lo spirito della modernità che viene spacciato.

– spiegati, non capisco.

– non ci si chiede mai il perchè, ci si focalizza esclusivamente sul come. Il perchè è il posizionamento verso l’essere, il come all’apparire.

– madonna, come sei complicato!

– ma no, lo disse tempo addietro anche alain touraine.

– fammi un esempio.

– si discuteva intorno alla contaminazione negli impianti di produzione di alimenti per animali, volgarmente chiamati mangimi. c’era un mangimista, un professore, un funzionario del controllo sanitario e c’ero pure io. Alla constatazione della presenza della contaminazione il mangimista subito iniziò a dire che “non c’era proprio niente da fare, era inutile perdere tempo”, il professore alla lavagna cominciò a trattare sulla sequenza del genoma, il funzionario recitava uno dopo l’altro gli articoli ed i commi delle leggi che dal 1963 in poi regolamentavano tutta, ma proprio tutta la materia. io ne parlai con un paio di colleghi e mettemmo a punto il bmp e non ci siamo ancora fermati, continuiamo perché nelle attività di R&D non si finisce mai.

– ma che ha a che vedere con la critica alla modernità.

– si vedi, alla fine la nostra preparazione era un granulo, con adese delle sostanze chimiche di cui si temeva la contaminazione.

– e allora?

– i concorrenti videro il granulo, quindi il come, e lo copiarono: alcuni fecero un granulo di gesso, altri, i più numerosi lo fecero con del grasso e lo chiamarono microincapsulato.

– arriva alla critica.

– vedi andando sempre più in fondo e cercando di avvicinarci al perché noi avevamo scoperto che un agente chimico nella massa del mangime era instabile e quindi occorreva prima di tutto renderlo stabile, poi che occorreva avere un numero di particelle sufficiente per poter ritrovare le sostanze nel “piatto” che mangia un animale ogni giorno, che i tecnici chiamano razione quotidiana.

– altro?

– Eh si c’era altro. C’erano gli stress. la stabilità ed il numero dei granuli non doveva subire cambiamenti alle temperature ed alle compressioni presenti nel mangimificio, lungo i trasporti, negli stoccaggi intermedi e presso l’allevamento. Il gesso dei concorrenti andava bene per essere utilizzato quale diserbante nei campi, dove l’azione del vento e degli animali liberava lentamente le sostanze inglobate nel gesso. La pallina di grasso andava bene nel settore farmaceutico umano perché a 50°C è già liquefatto e quindi si appiccica lungo le pareti.

– vedo come copiando il come senza aver approfondito il perché si sia fatta una cosa inutile.

– inutile no, dannosa.

– però si vende.

-questa è un’altra cosa. Normalmente quando fai R&D, quindi sei sul perché, normalmente la  vendita viene fatta da altri prodotti.

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ho operato da sempre nel settore dell'alimentazione degli animali da reddito in Europa e nel mondo. Benessere animale, sicurezza dei manipolatori, degli utilizzatori e dei consumatori sono le linee direttrici. Un aspetto importante è lo sviluppo durevole e i ruoli per i giovani nonché l'accessibilità per i meno abbienti a derrate alimentari sicure

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