Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Appoggiato al tiglio, nella riserva, lontano dal fragore, leggo l’intervista di AWAS AHMED su Migranti, n. 36 (2014), che fa delle precisazioni.
Riflessione. La parte sbagliata e la parte giusta. Ma dov’è il confine? Sia per quanto riguarda la parte sbagliata (sempre c’è ancora di peggio), sia dalla parte giusta (sempre c’è ancora di meglio). Difficile, molto difficile. Non c’è parte sbagliata o giusta. C’è l’attività di miglioramento continua che si costruisce ora per ora, giorno per giorno, anno per anno, generazione per generazione e la si lascia perché moriamo. Il fatto di andarsela a prendere (la parte meno sbagliata), anche se poi non la si conosce e la si può solo perdere (ma intanto finchè dura fa verdura), non a niente a che vedere con la ria sorte e la cicogna ubriaca. Resta una questione di forza e come tale sarà inevitabilmente trattata. E’ necessario organizzare il tutto, organizzarlo e pianificarlo trasformando questa piaga terribile, furba, grottesca, trafficante, mafiosa, in opportunità. La programmazione e l’organizzazione risolve il problema, dando delle regole da rispettare. Altrimenti sarà ancora caos.
Mala tempura currunt. Muy mala tempora.
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