opportunità per favorire la crescita
2024-12-23R&D, riserve per utili non distribuiti, visione critica e negativa del fisco che si è intascato gli utili e li vuole anche in anticipo, per poi avere un atteggiamento ostile.
Non sempre un indicatore è il meglio, ma alcuni ritengono che vi sia una stretta correlazione tra forza dell’innovazione e numero di brevetti. E’ l’incipit della discussione nel cortile della biblioteca di Locarno, luogo di incontro del gruppo di lavoro.
Sono andato a curiosare sul sito dell’Ufficio Europeo Brevetti EPO, zoomando sul settore che più mi ha interessato. Nella categoria chemistry i dati del 2014 sono di segno positivo e negativo.
Positivo: Biotechnology + 12,1%, Polymers + 1,6%, Basic material chemistry + 2,6%.
Negativo: Organic fine chemistry – 1,3%, Pharmaceuticals – 5,4%, Food chemistry – 7,3%, Coating & surface technology -0,3%, Nanotechnology – 22,2%, Environmental technology – 1.2%.
Sono andato poi a curiosare i Paesi. Gli asiatici sono in grosso fermento, gli usa si mantengono, gli europei stanno dormendo. Tra gli europei danno comunque segni di vita Germania, Francia, Olanda, Inghilterra, Svizzera.
E Italia? Non viene menzionata. E mi ci sono messo di buona lena, ma niente da fare. Anche questo ha a che fare con il credito d’imposta e con la convinzione che l’innovazione è una necessità sociale, prima che economica. L’innovazione è resa possibile da attività di ricerca e sviluppo e questa attività deve essere fatta per dare senso al ruolo ed alla funzione di future risorse.
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