Il regolamento n. 131/2014 ha regolamento l'impiego, all'interno della UE, dell'additivo cobalto e dei suoi sali e delle sue preparazioni. La somministrazione di Cobalto è destinata a ruminanti con rumine funzionale, equidi, lagomorfi (io so cosa sono ma non lo voglio dire), roditori, rettili erbivori e mammiferi da zoo. Sono quindi esclusi i volatili ed i suini, ed anche i pesci.
Tutte le preparazioni di Cobalto ed eccezione della formulazione 3B304 debbono essere utilizzate per la preparazione di premiscele che vengono utilizzate per la preparazione di mangimi in pellets, e debbono riportare sull'etichetta del mangime le avvertenze affinché chi manipola il mangime stesso debba evitare l'inalazione ed il contatto con le mani (maschera e guanti).
Che hanno pensato bene di fare gli attori della filiera?
Alcuni di loro hanno deciso di non utilizzare il Cobalto perché "comporta troppi problemi". Ma il Cobalto è presente naturalmente nei macroingredienti, quindi è probabile che vi siano dei contenziosi, seppure capziosi, sulla presenza di Cobalto non dichiarato nell'etichetta.
Alcuni di loro hanno deciso di utilizzare il sale acetato, sino ad oggi mai utilizzato, in quanto fortemente solubile e quindi igroscopico. Tale caratteristica, super utile nel caso di preparazioni acquose, trova irte difficoltà nel caso di utilizzo nei mangimi. Già nei magazzini di coloro che preparano le premiscele il cobalto acetato si impacca formando dei blocchi solidi, ed anche una volta immesso nella massa mangime (0,3 grammi per tonnellata di mangime) è molto probabile che la dispersione sia fortemente instabile anche a ragione dell'ambiente variamente umido di qualsiasi tipo di mangime.
L'intelligenza di un settore è strettamente correlata ai comportamenti degli attori del settore stesso.
Nient'altro a pretendere …..
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