Il senso
2024-12-03non sempre ciò che capiamo è quanto tratteniamo da quello che ci viene detto e non sempre ciò che campiamo poi lo applichiamo e se lo applichiamo facciamo del nostro meglio.
Da Melide
La de carbonizzazione rapida dei mezzi di produzione elettrica, accelerata dal riscaldamento climatico, necessita di investimenti considerevoli per sostituire le energie fossili così come un aumento della domanda in materia prime, provenienti da miniere. Vi è una competizione tra ER (energie rinnovabili) e nucleare. Due modi di produzione che possono essere complementari, ma che richiedono risorse naturali e finanziarie che sarà utile utilizzare con estrema parsimonia.
Inoltre, l’accesso a queste risorse è già stato oggetto di una concorrenza geopolitica molto forte tra i blocchi economici quali: Usa, Asia, Europa. E’ in questo contesto che la densità energetica del nucleare diventa interessante. Nella ricerca dell’equilibrio tra le due scelte (ER e nucleare) è essenziale considerare non solamente il problema dell’intermittenza di produzione per ER, ma anche altri criteri importanti che raramente vengono considerati: la sobrietà nel consumo di risorse minerali ed estrattive, lo spazio occupato per i differenti mezzi di produzione, la durata della vita dei mezzi di produzione (reattori, pale eoliche, pannelli fotovoltaici) e il ritorno economico sull’investimento.
Materie prime
Il Dipartimento dell’energia americano, mostra l’interesse della densità energetica del nucleare che utilizza meno materie prime, in particolare di metalli rari. Lo hanno ben documentato Bartak e Vallée di NucAdvisor: Nuclear Energy: an Opportunity for Europe. 2023.
Tabella 1 – Fonte US Department of Energy – 2015
Tons/TWh secondo la fonte | Nucleare | Idraulica | Eolica | Solare PV |
Cemento – Calcestruzzo | 760 | 14.000 | 8.000 | 4.050 |
Acciaio – Ferro | 165 | 67 | 1.920 | 7.900 |
Rame | 3 | 1 | 23 | 850 |
Alluminio | 0 | 0 | 35 | 680 |
Vetro | 0 | 0 | 92 | 2.700 |
Silice | 0 | 0 | 0 | 57 |
Totale | 928 | 14.068 | 10.070 | 16.237 |
Lo studio di International Energy Agency (IEA) nel 2021 conclude che, tra l’insieme dei materiali, solo il Rame e la Silice possono diventare dei materiali critici durante la transizione energetica. E’ il punto debole dell’energia solare per i pannelli fotovoltaici.
Spazio
Il secondo vantaggio che presenta il nucleare in rapporto alle altre fonti di energia riguarda la gestione dello spazio. L’occupazione massiccia del territorio o delle coste marittime dai campi eolici o fotovoltaici, la devalorizzazione patrimoniale del fondo occupato per la vicinanza di questi campi per quanto riguarda la biodiversità hanno suscitato, in questi ultimi anni, un rigetto da parte delle popolazioni, che hanno sviluppato, per questo fatto, una ostilità nei confronti della transizione energetica. Ne consegue che l’occupazione dello spazio in mare e sulla terra per la produzione di elettricità è un elemento diventa più importante se la superficie “sacrificata” sarà grande. La tabella 2 riporta la quantità necessaria per produrre 500 TWh per anno (l’equivalente, ad esempio, del consumo annuale francese di elettricità) secondo le tecniche attuali di produzione.
Tabella 2: Fonte United Nations Economic Commision for Europe, 2021
Superficie in km2 sulla quale la biodiversità è gravemente ostacolata, per quanto riguarda il suolo, secondo le differenti tecnologie di produzione di elettricità di 500 TWh:
Tecnica | Nucleare | Fossile | Solare | Eolica | Biomassa |
Per km2 | 4 | 10 | 200 | 1.200 | 5.000 |
L’atout della densità energetica del nucleare dimostra la sua pertinenza, da tenere in considerazione.
Durata di vita degli impianti
Se consideriamo la durata di vita dei mezzi di produzione di elettricità che non emettono CO2 (reattori, eolico, pannelli fotovoltaici), la quasi totalità di quelli che esistono oggi (fatta eccezione per i reattori recenti) dovranno essere sostituiti tra 20 e 30 anni. Saranno necessari delle centinaia di miliardi di euro (Md€) per il loro rinnovo così come la loro potenza per soddisfare i nuovi bisogni legati alla crescita del consumo di elettricità. La durata di vita dei reattori nucleari (60 anni) è un vantaggio decisivo in confronto agli impianti eolici e ai pannelli solari (da 20 a 25 anni). Inoltre la filiera nucleare apporta la crescita della ricchezza e dell’impiego. Il Fondo Monetario Internazionale ha valutato, considerando diversi fattori, il ritorno nel PIB di uno stesso investimento nelle energie fossili, solari, eoliche e nucleari. Ha ottenuto i fattori moltiplicativi così elencati:
Ciò significa che se un Paese possiede una industria completa in ciascuna delle filiere industriali, il suo investimento sarà moltiplicato per il fattore indicato, come ritorno e durata, nel PIB. Come esempio: la Francia che beneficia di una industria nucleare completa con un investimento di 50 Md€ nei 6 reattori EPR2 si tradurrà, nel tempo ed in totale, per un apporto di 200 Md€ al PIB francese. Mentre, per l’eolico e il solare, la maggior parte dei componenti è di provenienza da Germania e Cina, il beneficio sarà minore, probabilmente inferiore a 1. Questo vantaggio considerevole dell’energia nucleare, che apporta un ritorno, per quanto riguarda il PIB, 4 volte superiore all’investimento iniziale e prevede degli impieghi numerosi ad alto valore aggiunto, è la ragione per la quale numerosi paesi cercano attualmente di sviluppare e acquisire una industria nucleare.
Si tenga presente infine, ed è questo l’atout più importante per l’energia nucleare, il controllo della gestione e la veramente limitata emissione di CO2. Questi due argomenti classici in favore del nucleare sono documentati e convalidati. Per quanto riguarda l’emissione di CO2, la tabella 3 confronta i dati di 3 Paesi.
Fonte: ENTSO-E (European Network of Transmission System Operators for Electricity.
Produzione di elettricità nel 2021
EMISSIONI | Germania | Francia | polonia |
Kilotons. Co2/anno | 210.240 | 26.280 | 122.640 |
Tons. Co2/G € PIB | 49.352 | 8.884 | 180.353 |
Tons. Co2/abitante | 2,53 | 0,39 | 3,26 |
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